No, forse, sì. Alla fine è arrivata la fumata bianca per il famigerato invito a cena fatto da Carlo Calenda ai tre leader del Pd (Renzi, Gentiloni e Minniti), che si ritroveranno così faccia a faccia attorno a un tavolo per confrontarsi, tra un boccone e l’altro, sul futuro di un partito arrivato ai minimi storici sul fronte del consenso elettorale e attraversato ancora una volta da pericolosi venti di scissione. La proposta era stata fatta via social dal padrone di casa ma non aveva colpito positivamente gli elettori, pronti a inondare di sfottò e accuse il profilo Twitter dell’ex ministro dello Sviluppo Econimico. Una mossa che alla fine, però, ha comunque dato i suoi frutti.
Di fronte alle parole di Martina, un Matteo Orfini evidentemente contrariato aveva proposto di sciogliere il partito per fondare una nuova forza politica: “Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi…”. Lo scenario di una possibile fine del Pd aveva però trovato in estremo disaccordo Gentiloni e Zingaretti, unico candidato ufficiale alle primarie per il momento. Una situazione di tensione all’interno della quale continuano a muoversi i renziani, alle prese con la ricerca di un candidato per il congresso. La cena a casa di Calenda potrebbe allora servire a schiarire un po’ le idee a tutti i commensali in un momento in cui, nel partito, la confusione sembra prevalere sul buonsenso.