No, forse, sì. Alla fine è arrivata la fumata bianca per il famigerato invito a cena fatto da Carlo Calenda ai tre leader del Pd (Renzi, Gentiloni e Minniti), che si ritroveranno così faccia a faccia attorno a un tavolo per confrontarsi, tra un boccone e l’altro, sul futuro di un partito arrivato ai minimi storici sul fronte del consenso elettorale e attraversato ancora una volta da pericolosi venti di scissione. La proposta era stata fatta via social dal padrone di casa ma non aveva colpito positivamente gli elettori, pronti a inondare di sfottò e accuse il profilo Twitter dell’ex ministro dello Sviluppo Econimico. Una mossa che alla fine, però, ha comunque dato i suoi frutti.
L’annuncio è arrivato dallo stesso Calenda: “La data è stata spostata – si legge in un successivo cinguettio – e per evitare l’ennesimo tormentone sul Pd rimane riservata”. Il tutto accompagnato da qualche riga ricca di entusiasmo per il sì arrivato da Renzi, Gentiloni e Minniti: “Un gesto di responsabilità di tutti i partecipanti. Bene così. Ottima notizia”. La notizia dell’imminente incontro arriva a breve distanza
dalla mossa del segretario del Pd Maurizio Martina che non solo ha confermato il congresso, ma anche deciso di accelerare annunciando le primarie per il prossimo gennaio.Di fronte alle parole di Martina, un Matteo Orfini evidentemente contrariato aveva proposto di sciogliere il partito per fondare una nuova forza politica: “Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi…”. Lo scenario di una possibile fine del Pd aveva però trovato in estremo disaccordo Gentiloni e Zingaretti, unico candidato ufficiale alle primarie per il momento. Una situazione di tensione all’interno della quale continuano a muoversi i renziani, alle prese con la ricerca di un candidato per il congresso. La cena a casa di Calenda potrebbe allora servire a schiarire un po’ le idee a tutti i commensali in un momento in cui, nel partito, la confusione sembra prevalere sul buonsenso.