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Calenda frega Renzi e gioca d’anticipo: addio Pd, pronto un nuovo partito

I sondaggi indicano la crescita del consenso della Lega e il calo del consenso del Movimento 5 stelle. Ma l’opposizione si sta muovendo? Un primo politico di peso nelle prossime ore annuncerà il suo passo in avanti per la costruzione di un soggetto alternativo tanto al governo quanto all’opposizione: non è Matteo Renzi, che dovrebbe comunque testare un partito satellite al Pd in vista delle Europee, ma è Carlo Calenda. Alcuni imprenditori amici e sostenitori di Calenda hanno commissionato un sondaggio per testare la popolarità dell’ex ministro e il risultato di quel sondaggio ha spinto Calenda a rompere gli indugi e a pianificare un percorso fatto di tre tappe.

Creazione di un nuovo contenitore a gennaio per dare la possibilità a tutti gli altri soggetti europeisti (compreso il partito di Emma Bonino) di federarsi all’interno di un’unica struttura, campagna elettorale super antisovranista, disponibilità in vista del voto del 26 maggio a trasformare il fronte repubblicano in una sorta di lista dell’europeismo sul primo modello Ulivo. Difficile dire se il progetto Calenda valga davvero, come sostengono alcuni sondaggisti, una percentuale tra l’otto e il dieci per cento.

Difficile dire se la discesa in campo dell’ex ministro sia sufficiente per dare una casa politica a quel gran pezzo dell’elettorato italiano che pur essendo europeista, in mancanza di alternative credibili ai soggetti antieuropeisti, è disposto a votare per il meno peggio dei partiti antieuropeisti con la speranza che una volta arrivati al governo gli antieuropeisti in maglietta verde possano dare prova di buon senso.

Più facile dire che di fronte agli scricchiolii del governo, di fronte a una manovra senza senso, di fronte a un paese che ha perso credibilità, di fronte a una possibile recessione che porterà Salvini e Di Maio a fare i conti con la realtà prima e non dopo le elezioni europee avere alternative complementari e non sostitutive rispetto a quelle che esistono già oggi è un passo non sufficiente ma necessario per mettere in pista un’opposizione sul modello Uber.

Cioè un’opposizione capace cioè di rispondere a una domanda che nessuno riesce a soddisfare non distruggendo le alternative che ci sono già, ma semplicemente provando a fargli concorrenza. Le idee ci sono, lo spazio c’è. E se quello che ha detto qualche giorno fa Matteo Salvini a un amico romano è vero, conviene sbrigarsi: il tempo per testare alle elezioni un’alternativa potrebbe essere più rapido di quello che si crede.

Accanto ai numeri da urlo registrati dalla coppia di governo ce ne sono altri che indicano una verità significativa: l’esistenza di un grande spazio politico alternativo a quello di governo che al momento nessun partito all’opposizione riesce a soddisfare, soprattutto per “colpa” delle beghe interne del PD. Vedremo se Calenda sarà la vera scossa contro lo stallo.

 

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