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“Burino!”. Calenda telefona in diretta per replicare, Mastella si alza e se ne va

Continua lo scontro serrato tra Mastella e Calenda. “Burino, pariolino e figlio di papà. Per il dato morale che ha messo in piedi non ho nessuna voglia di confrontarmi con Calenda”. Lo ha detto il sindaco di Benevento Clemente Mastella poco prima di abbandonare il programma “Mezz’ora in più” condotto da Lucia Annunziata su Rai3. Il motivo è l’intervento in diretta del leader di Azione, nonché futuro candidato a sindaco di Roma, che aveva rilasciato dichiarazioni rispetto a una telefonata fattagli proprio da Mastella per appoggiare il governo Conte. “Mi ha cercato lui”, ha dichiarato l’ex Pd durante la messa in onda.

“Non lo conoscevo – continua Calenda – ho riportato il fatto che un signore a me sconosciuto mi ha chiamato per dirmi che se avessi fatto votare la fiducia al governo Conte, il Pd mi avrebbe appoggiato a sindaco di Roma. Siccome non è il segretario, chiaro che si trattava di una persona che cercava voti per nome di altri, una pratica indignitosa. L’ho liquidato. Ho creduto – ha concluso Calenda – fosse giusto che il Pd sapesse che certe persone fanno queste cose”.

L’ultima stoccata di Calenda prima di chiudere: “Mi piacerebbe sentire da questo partito o dal Governo se effettivamente Mastella aveva incarico di fare queste promesse, ma personalmente non credo”. Infine, Calenda ha comunicato che querelerà Mastella per le sue parole. Il ruolo di Mastella — che non è in Parlamento, al contrario della moglie Sandra Lonardo — non ha alcuna ufficialità all’interno della crisi di governo. Il sindaco di Benevento, che ha una lunghissima carriera parlamentare alle spalle, ha però vasti contatti con diversi ambienti della politica, e in particolare degli ambienti di centro.

Proprio quelli dai quali il governo guidato da Conte potrebbe trovare un appoggio decisivo per continuare la sua azione dopo il ritiro della delegazione di Italia viva. Calenda, che è leader del partito Azione e si è candidato a sindaco di Roma (corsa per il quale il Pd non lo ha finora appoggiato), ha deplorato la scelta di Renzi, ma non ha mai aperto alla possibilità di appoggiare l’esecutivo guidato da Conte. Calenda aveva lasciato il Pd proprio in seguito all’accordo di governo con i 5 Stelle che ha portato al Conte-bis.

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