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Calenda lascia i Socialisti se entra il M5S: “Vado con Macron”

Carlo Calenda minaccia di abbandonare il gruppo dei Socialisti & Democratici europei se dovesse farvi ingresso anche il Movimento 5 Stelle. La durissima reazione del leader di Azione arriva dopo le dichiarazioni pronunciate dall’ex capo politico pentastellato Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri si augura infatti che il M5S possa fare al più presto il suo ingresso nel gruppo dei Socialisti a Bruxelles. Ipotesi che però non va giù a Calenda che sta pensando seriamente di iscriversi al gruppo guidato dal partito En Marche del presidente francese Emmanuel Macron.

Carlo Calenda

Secondo Luigi Di Maio l’ingresso del Movimento nel gruppo S&D (Socialisti & Democratici) del Parlamento europeo “può fare finalmente un po’ di chiarezza nel M5S. Appartenere a una famiglia europea – sostiene infatti il titolare della Farnesina – significa costruire un’identità anche in patria”. Di Maio, durante la sua recente partecipazione a Cartabianca su Rai3, conferma anche le posizioni del suo leader Giuseppe Conte sulla questione.

“In un momento in cui abbiamo bisogno di tempo per rilanciarlo, e anche internamente come Movimento per iniziare questo nuovo corso, ditemi voi quale sarebbe la logica di interrompere questo progetto per andare a votare”, sottolinea Di Maio. “Non parlerei di dualismo, sono sicuro che il suo percorso sarà brillante”, aggiunge poi in riferimento al presunto dualismo con Conte.

Ma le parole di Di Maio fanno fischiare le orecchie a Carlo Calenda, storico avversario dei pentastellati. “Come confermato da Enrico Letta, oggi si va verso l’ingresso del M5S nel gruppo S&D insieme al Pd. – scrive su Twitter il fondatore di Azione – Lo considero un grave errore politico che tradisce il mandato degli elettori alle ultime europee. Chiederò oggi stesso l’adesione al gruppo Renew Europe” guidato da En Marche di Emmanuel Macron. “Sono da sempre contrario a un’alleanza con i cinquestelle. Ma posso capirne i razionali. Qui però andiamo ben oltre. Si aprono le porte ad un gruppo unico con un movimento che ha combattuto l’euro e governato con sovranisti. Pessima scelta”, affonda ancora il colpo.

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