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Cali degli ascolti e servizi faziosi, il Pd va all’attacco della Rai gialloverde

Il Pd va all’attacco sul fronte Rai, mettendo nel mirino la gestione gialloverde della tv pubblica: “Siamo il secondo partito nazionale ma nei servizi pubblici veniamo puntualmente oscurati”. Una protesta sempre più forte quella dei dem, che chiedono un riequilibrio dei poteri nella tv di Stato e vanno decisi in pressing sul grillino Fabrizio Salini, amministratore delegato che ha però al momento continua a mettersi al riparo e cercare di placare i toni, senza riuscirci.

Nel mirino di Zingaretti c’è soprattutto il Tg1 guidato da Giuseppe Carboni, in quota 5 Stelle, che i dem vedrebbero volentieri sostituito da Antonio Di Bella, al momento a RaiNews 24. Lo scontro è dunque tutto interno alla coalizione giallorossa, parsa più fragile che mai, con la Lega che rimane sullo sfondo e lascia che siano le due forze di governo a scornarsi.A giocare in favore del Pd, mosso da motivazioni prettamente politiche, c’è soprattutto il calo degli ascolti dei telegiornali Rai. Nel corso delle ultime edizioni, il tg delle 20 è sceso al 19,9% di share. Sotto la soglia del 20, una condizione che psicologicamente pesa, anche se di fatto è in linea con i recenti risultati. Il tutto nonostante non ci fosse la concorrenza di particolari eventi sulle altre reti.Primo appuntamento di peso in calendario sarà l’11 novembre, quando si affronterà il nodo della sostituzione di Freccero a RaiDue. Il Tg1, però, secondo il direttore generale al momento non si tocca. Il Pd insiste: il Tg2 è sovranista, il Tg3 ha un peso minore. I dem rivendicano un peso maggiore, i Cinque Stelle fanno ancora spallucce. E c’è chi inizia a vivere l’atteggiamento pentastellato come una vera e propria dichiarazione di guerra.

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