Vai al contenuto

Campoli: tra fiducia tradita e omertà, l’abuso nascosto a Tivoli

Mirko Campoli Arrestato pedofilia

A Tivoli, un oscuro dramma si è svolto nell’ombra dell’omertà e della fiducia malriposta. Mirko Campoli, 46 anni, rinomato insegnante di religione e ex capo dell’Associazione Cattolica, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su minori. L’uomo, descritto come carismatico e generoso, ha creato una rete di potere e silenzio che ha oscuro le verità per anni.

Abusi su 4 minori

Campoli, noto per il suo talento nel conquistare la fiducia degli studenti con regali e ascolto, è accusato di aver commesso abusi sessuali su quattro minori dal 2016. Le accuse riguardano anche abusi durante le gite scolastiche e un episodio avvenuto nel 2020, quando Campoli lavorava in una casa famiglia di Roma per minori vittime di abusi.

Nonostante due segnalazioni siano state fatte alle autorità religiose, queste non sono mai state trasmesse all’autorità giudiziaria. Questa rivelazione ha gettato un’ombra ancora più cupa sulla già macabra vicenda, sollevando domande sulla responsabilità istituzionale e sulla protezione dei minori.

Dimesso dalla scuola

A giugno 2021, Campoli si era dimesso sia dalla scuola che dalle cariche religiose, passando a lavorare in una casa famiglia per minori. Lì, secondo le accuse, avrebbe perpetrato un ulteriore atto di abuso. Questi crimini orribili sono venuti alla luce solo quando un giovane coraggioso ha denunciato gli abusi subiti.

Il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, ha criticato aspramente le autorità religiose per il loro ruolo nel permettere a tali crimini di continuare impuniti. Menditto ha sottolineato l’importanza cruciale di credere e sostenere i giovani quando denunciano tali crimini, e ha esortato i genitori a rivolgersi immediatamente alle autorità statali.

Lato un clima di silenzio e negazione

Questa indagine ha rivelato un clima di silenzio e negazione, simile all’omertà mafiosa. Nonostante i segnali e le testimonianze, molte vittime non sono state credute. La sfiducia è pervasiva, come espresso da un minorenne: «Io non denuncerò mai perché non mi crederanno mai e tutto questo non porterà a niente».

Il caso di Campoli è un grave monito sulla necessità di proteggere i più vulnerabili e su come le figure di potere possono sfruttare la fiducia per perpetrare orrendi crimini. La lotta contro l’abuso sui minori deve essere una priorità e questo caso serve come un triste promemoria che le istituzioni devono fare di più per prevenire, identificare e punire questi atti atroci.