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Caos Brexit: Johnson chiude il Parlamento fino al 14 ottobre

Boris Johnson è passato alle maniere forti sul fronte Brexit, tirando in mezzo alla battaglia parlamentare la regina Elisabetta e costringendola a tenere il suo discorso al Parlamento sulle sfide del nuovo governo il prossimo 14 ottobre, in quella che è tecnicamente una nuova sessione (in gergo si chiama “prorogation”). In questo modo, Johnson praticamente farebbe chiudere la Camera dei Comuni fino a quella data,  prorogando la pausa estiva, a parte la prima settimana di settembre in cui il Parlamento dovrebbe essere operativo. 


Johnson nega, ma in questo modo neutralizzerà quasi totalmente gli oppositori al No Deal (la temuta uscita senza accordo dall’Ue prevista per il 31 ottobre) e alla Brexit dura. Questi ultimi infatti, a quel punto, avrebbero pochissimo tempo per cercare di fermare con un’eventuale legge la corsa verso lo strapiombo del No Deal, dai primi calcoli circa una settimana, limitando così severamente la loro azione. Potrebbero soltanto portare avanti una mozione indicativa. Ma non ci sarebbe tempo per conquistare l’agenda legislativa e far passare una legge che legherebbe le mani a Johnson (il sistema britannico è molto incentrato sull’esecutivo).Come racconta Antonello Guerrera su Repubblica, quella di Johnson è una mossa di rara gravità costituzionale e potrebbe aprire una crisi senza precedenti nella storia recente britannica: qualcosa del genere accadde quando Carlo I imbavagliò il Parlamento, scatenando la Guerra civile inglese (1642-1651) e alla fine della battaglia il re venne decapitato dopo la vittoria dei Parlamentari stessi. La sterlina è già in picchiata: i mercati sono spaventati perché la decisione di oggi del premier aumenta le già alte probabilità di No Deal, che da molti analisti viene considerato una catastrofe per l’economia britannica.ha così coinvolto pesantemente Elisabetta, che in base alla peculiare costituzione inglese basata su convenzioni, in teoria poteva opporsi. Ma per convenzione non lo si fa, né lo si è mai fatto. Se la regina avesse ostacolato Johnson, ipotesi molto remota, anche questo sarebbe stato un gesto rivoluzionario e senza precedenti. La 93enne sovrana non l’ha fatto.

Inutile dire le durissime reazioni. Lo speaker (il presidente) della Camera dei Comuni John Bercow ha criticato con queste parole gravissime la decisione di Johnson:  “Questo è un oltraggio alla Costituzione. L’unico scopo è impedire ai deputati di dibattere sulla Brexit. È vitale che il Parlamento possa dire la sua. Siamo in una democrazia parlamentare!”.

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