A parole Matteo Salvini si dice sicuro, fermamente convinto della bontà delle sue azioni. “Non vedo l’ora di farmi giudicare” ha detto il leader della Lega, commento le accuse sui voli di Stato sospetti. In realtà, però, nella Lega il malumore è tangibile, sottolineato dalla campagna acquisti nei confronti dei Cinque Stelle che ha subito una rapida impennata. Convincere i grillini a passare dall’altra parte per far cadere il governo, e in fretta: questo il piano di un Capitano che, di fronte ai sospetti avanzati dalla procura di Roma nei suoi confronti, non pare proprio di buon umore.
“Tutte queste spedizioni erano pianificate con una scaltrezza particolare – racconta La Repubblica – un’agenda smaliziata abbinava sempre a un evento istituzionale una raffica di comizi”. Dall’Abruzzo alla Sicilia passando per la Calabria, Salvini riusciva così a portare avanti la sua campagna elettorale in giro per l’Italia, onnipresente in ogni Regione e città chiamata al voto, spostandosi grazie a mezzi ai quali avrebbe dovuto ricorrere soltanto, teoricamente, per gli impegni legati alla sua figura di ministro: “Un vero e proprio furbetto d’alta quota”.
Salvini sostiene che tutti gli spostamenti fossero legati a missioni istituzionali, i magistrati non gli credono. Come non gli aveva creduto a suo tempo la Corte dei Conti, che aveva escluso il danno erariale (ovvero costi aggiuntivi) ma giudicato “illegittimi” quegli spostamenti. Nei suoi confronti si configura ora il reato di abuso d’ufficio, ma dovrà essere il Parlamento a dare eventualmente l’ok all’autorizzazione a procedere.Dai voli di Stato ai sondaggi, Salvini in difficoltà prepara la spallata al governo