Atmosfera sempre surriscaldata a Cartabianca. Soprattutto quando è presente in studio Alessandro Orsini. Stavolta però il professore della Luiss, accusato da più parti di essere troppo filo Putin, deve vedersela con il giornalista Antonio Caprarica che non gliene fa passare una. Caprarica risponde per le rime anche alla professoressa Donatella Di Cesare. L’argomento che fa perdere la pazienza all’ex inviato della Rai a Londra è la difesa delle ragioni del presidente russo Vladimir Putin che, secondo lui, è solo un “dittatore che non vuole trattare”.
“Sono sbalordito dal totale rovesciamento della sequenza degli eventi di questa guerra. – sbotta ad un certo punto Caprarica – Un dittatore feroce ha dichiarato che bisognava denazificare un Paese e lo ha aggredito. Oggi questo dittatore viene presentato come la vittima dell’aggressione americana. È inutile parlare di un’iniziativa di pace europea quando è Putin che non vuole trattare”. Questa la sua opinione non certo lusinghiera sul presidente russo.
“Questo per l’Ucraina è un momento fondativo dell’identità nazionale, un Paese che si è ritrovato unito nel difendere l’identità durante questa aggressione. – prosegue Antonio Caprarica – Questo si chiama resistenza e l’Italia e il resto dell’Europa fanno bene a sostenerla. Putin non ha intenzione di accogliere appelli alla tregua. Continuare con le petizioni di principio serve a lavarsi la coscienza ma non ha nessun effetto pratico”, punta poi il dito contro gli altri ospiti di Cartabianca.
Ma la sua linea di chiusura totale al dialogo con la Russia non trova d’accordo la professoressa Di Cesare. “Una stragrande maggioranza degli italiani è contro l’invio di armi ed è preoccupatissima per le sanzioni. – replica infatti la Di Cesare – L’Ue doveva imporre un’iniziativa di pace. Dopo oltre quaranta giorni di guerra siamo quasi anche corresponsabili di queste stragi”, conclude lanciando una grave accusa all’Occidente.
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