Chi ha ancora il coraggio di definirsi di destra ad alta voce, senza confondersi tra le urla sdegnate e la retorica degli estremisti di oggi, dovrebbe ammettere i propri errori e chiedere scusa. Senza tentennare, consapevole di essere a sua volta responsabile se nell’Italia di oggi, nel 2019, una donna come Liliana Segre è costretta a fare affidamento sulla scorta per poter passeggiare liberamente.
“Mi sento coinvolto perché la mia destra ha fatto e fa poco per contrastare questa deriva bestiale – conclude Rossi – Ti prego perdonami, anche per loro”. Un messaggio che arriva proprio mentre a riaccendere la polemica è la notizia della mancata concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre da parte della giunta leghista di Pescara.
Di fronte a una mozione presentata dal centrosinistra, il sindaco Carlo Masci ha detto no, sostenendo che non ci sarebbero legami abbastanza forti tra la donna e la città da giustificare un simile riconoscimento. In queste ore è iniziata a circolare la voce che la Segre, avvilita dagli episodi degli ultimi giorni, starebbe addirittura pensando di lasciare la Commissione da lei stessa voluta per combattere odio e discriminazioni.La Segre pronta a lasciare la Commissione contro odio e discriminazioni