C’è uno stabile occupato che è danni, ormai, al centro di una feroce polemica che taglia in due la capitale. Sarebbe del ministro del Tesoro, all’interno si è insediata in maniera del tutto autonoma (leggi abusivamente) CasaPound, che ha trasformato l’edificio nella propria sede, ormai storica. Potendo contare sulla benevolenza di un mondo politico che mai ha deciso di intervenire in maniera decisa per mettere fine a un’irregolarità accettata sotto sotto da tanti, troppi.
All’interno di quel palazzo, persone che percepiscono un regolare stipendio e che però continuano a vivere da abusivi. A raccontarlo è Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera: “L’occupazione di CasaPound si è trasformata in rendita di posizione per pochi, complice l’inerzia istituzionale che ha accompagnato quindici anni di illecito”. Spiegando poi come lo stesso presidente e fondatore del partito di estrema destra, Gianluca Iannone, abbia dichiarato negli ultimi anni cifre che spaziano dai 16 ai 13 mila euro.
Non è il solo, tra gli esponenti di CasaPound: c’è un dipendente della spa regionale LAZIOcrea, c’è chi lavora al Mef, ci sono impiegati Cotral. Tutti percepiscono cifre annue superiori ai 10 mila euro, “più che sufficiente, parrebbe, per affittare un immobile sul mercato”. “Siamo lontani dal concetto di emarginazione e precariato evocato a suo tempo durante la rivendicazione dell’occupazione”.
Ai tempi, infatti, gli esponenti di CasaPound avevano sostenuto di essere lavoratori precari, in difficoltà come tante famiglie italiane. Nei giorni scorsi il vice procuratore regionale Massimiliano Minerva ha concluso gli approfondimenti nei confronti di dirigenti e funzionari degli enti pubblici che non hanno mai denunciato l’occupazione. Il danno nei confronti dello Stato è quantificato in 4 milioni e 640 mila euro.
Il vicepremier scriveva: “I soldi servono per altro, sarebbe uno spreco”