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Caso Cucchi, svolta a sorpresa: “Ci hanno costretto a obbedire”

Altra svolta nel processo Cucchi, dopo che nella precedente udienza il dibattimento era stato rinviato perché il giudice Federico Bona Galvagno aveva scelto di astenersi in quanto ex carabiniere ora in congedo. Nel corso del processo per depistaggio, la novità è che due imputati hanno chiesto di costituirsi parte civile contro altri due loro colleghi co-imputati per il reato di falso ideologico. Si tratta di Colombo Labriola e Francesco Di Sano, che intendono testimoniare nei confronti di Francesco Cavallo e Luciano Soligo, entrambi tenente colonnello e loro superiori in grado, e dai quali avrebbero ricevuto disposizioni di modifica di alcuni atti. 


“L’ordine fu dato da chi, insistendo sulla modifica, sapeva qualcosa di più costringendo gli altri ad eseguirla – ha detto uno dei loro legali in aula – Loro hanno subito un danno di immagine, come è successo per gli agenti della polizia penitenziaria”. Per il pm, la richiesta di costituirsi come parte civile è “inammissibile”. L’avvocato Giorgio Carta, legale dei due carabinieri ha dichiarato: “Non ci sono falsi. Non sapevano nulla del pestaggio e Colombo Labriola non ha mai incrociato Stefano Cucchi. Col senno di poi ora capiamo l’insistenza dei superiori, ma all’epoca non sapevano nulla. Se non avessero eseguito quell’ordine sarebbero stati puniti a livello militare”. “Non c’è alcun concorso, hanno solo subito, non siamo nella stessa linea gerarchica. Le vittime, dopo i Cucchi, sono loro due” ha spiegato poi il difensore a margine dell’udienza.A processo ci sono otto carabinieri accusati a vario titolo di falso e depistaggio. Nell’elenco dei militari sotto accusa, racconta Open, c’è un nome importante come quello del generale Alessandro Casarsa, oltre a Francesco Cavallo, Massimiliano Colombo Labriola, Francesco Di Sano e Luciano Soligo, imputati al processo ter. A contribuire al depistaggio, omettendo di denunciare i falsi che avevano rintracciato, sarebbero stati gli ufficiali, anche questi di primo rango, Lorenzo Sabatino e Tiziano Testarmata. Luca De Cianni, invece, avrebbe attribuito false dichiarazioni al collega, Riccardo Casamassima, che per primo denunciò di aver saputo che Stefano Cucchi, la sera dell’arresto (il 15 ottobre 2009), era stato pestato. A condurre le udienze al posto di Galvagno sarà la giudice Giulia Cavallone.

Il Salvini “moderato” di oggi è, in realtà, un Salvini che ha paura