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Caso Juve, i pm: “Anche i vertici sapevano tutto”

Le intercettazioni in casa Juve, specie nell’area finanziaria, sono “illuminanti” secondo gli inquirenti.

Andrea Agnelli

Eloquente il commento dell’amministratore delegato, Maurizio Arrivabene: “Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti”.

“Si è trattato di una decisione aziendale complessiva, imposta e condivisa dai vertici”, scrivono i magistrati Marco Gianoglio e Mario Bendoni, che si occupano dell’inchiesta.

Non è solo Fabio Paratici, responsabile delle finanze fino al suo ingaggio con il Tottenham avvenuto due anni fa: “Le ‘manovre correttive’ in questione, tuttavia, sono ‘manovre illecite’ e Agnelli è pienamente consapevole di questo”, scrivono gli inquirenti.

Non viene risparmiato nemmeno John Elkann, che resta non indagato, ma che ha avuto alcune informazioni accertate dallo stesso Agnelli: “L’azionista di maggioranza nelle persone del legale rappresentante Elkann o dei dirigenti di volta in volta interessati, appare pienamente a conoscenza delle problematiche finanziarie della Juventus e, soprattutto, delle manovre correttive (in particolare, plusvalenze), studiate al fine di ‘alleggerire’ i bilanci e al fine di consentire la permanenza ‘sul mercato’ di Juventus senza la perdita dei ‘pezzi pregiati’ (i grandi giocatori, ndr)”.

Andrea Agnelli e John Elkann

La conclusione della procura è che “si è trattato di una decisione imposta e condivisa dai vertici. Le indagini condotte nonché quelle fatte dalla Consob hanno dimostrato in maniera chiara e incontrovertibile che, pur a fronte della stipula formale di due contratti separati (circostanza imposta dalle norme dell’ordinamento sportivo), le operazioni contestate sono ‘scambi’, permute a tutti gli effetti”.

Da qui, la tesi dell’accusa: quelle “permute” dovevano essere registrate seguendo le norme e i principi contabili adeguati.

Poi c’è la questione delle plusvalenze, il gip ha espresso dubbi “relativi alla sussistenza del dolo richiesto”. Di diverso avviso, sulle manovre stipendi: “Certamente illecite e in relazione alle quali si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi”.

Ci sono poi le conclusioni del tecnico esperto contabile per la procura: “L’impatto delle condotte illecite appare di rilievo allarmante. In ben due esercizi su tre (2018/19 e 20/21) la Juve avrebbe avuto un patrimonio netto negativo”.

Per questo motivo: “Juventus non avrebbe potuto operare negli esercizi in discorso, né essere quotata in Borsa”.

Dopo l’ideale apertura di Arrivabene, starebbe bene l’ideale chiosa dell’allenatore, Massimiliano Allegri: “Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va a comprare il giocatore che gli serve. Il mercato dell’anno scorso (il 2021, ndr) era solo plusvalenze (…) e quindi era un mercato del c…”.