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“Una poltrona vale l’altra: l’importante è il potere. Sono come gli scambisti”

Dice bene Filippo Ceccarelli nella sua analisi di oggi, 2 febbraio, pubblicata su Repubblica: “Ciò che colpisce oggi è la mancanza di consapevolezza rispetto alla vita reale e l’effetto disastroso sulla credibilità della classe politica. C’è una voglia di posti e visibilità trasgressiva rispetto alle istituzioni. Ma non necessariamente gli scambi riescono. Parlarne però è utile per gli interessati”. E così diventa tutto un “Tizio va al posto di Caio che si prende la poltrona di Tizio: mentre Sempronia, che è pure una donna, la cede a quell’altra che non voleva altro”. Così tutti contenti e come al solito comincia la spartizione del potere. La crisi di governo sprofonda sempre più in basso tanto nel decoro delle opere che nei riferimenti lessicali dopo la vana consultazione degli antichi dizionari della Prima Repubblica.

Scrive Ceccarelli: “Resta l’esigenza di definire questo nuovo inverecondo sudoku dei desideri incrociati: e in mancanza di un termine specifico, sia pure con qualche residuo scrupolo, si prenderà qui la libertà di chiamare in causa lo “scambismo”. Si tratta di un fenomeno che designa una particolare classe di comportamenti sessuali che portano alcuni individui a scambiarsi appunto partner con altre coppie. Il ripudio della monogamia trova luogo di norma all’intento di universi chiusi: club privè, le cosiddette alcove dell’amore, villaggi vacanze, crociere. community on line”. Restando nella metafora, fino a Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama e i vari ministeri in palio.

Ecco dove si è cacciato il ceto politico della Terza Repubblica. “Mai come oggi pare di scorgere una voluttà di potere così diffusa e trasgressiva rispetto alle Istituzioni. E dunque si è letto che il presidente Fico, esploratore paciere, vorrebbe tanto fare il sindaco di Napoli, per cui lascerebbe la carica al ministro Franceschini che già l’aveva puntata la scorsa legislatura. E la utilizzerebbe come trampolino per il Quirinale. Allo stesso modo, con la stessa disinvoltura, qualcuno deve aver pensato a uno scambio Conte-Gentiloni: il primo destinato a Bruxelles come premio dl consolazione per aver liberato il governo e il secondo di ritorno a Roma”.

Ora, non è detto che gli scambi abbiano poi luogo. Continua Ceccarelli: “Oltre che incerti, spesso sono solo frutto di chiacchiere se non un puro prodotto dell’immaginazione. Dopo tutto, il totoministri è un gioco a suo modo anche divertente (specie per come reagiscono protagonisti e comprimari. E tuttavia chi ha vissuto quarant’anni nelle redazioni ha imparato che quel flusso incontrollabile di nomi e incarichi, ora in salita e ora ascesa, quell’indispensabile spargimento di appetiti, dinieghi, smanie e bruciature, finisce per delineare delle premesse e formare una opinione che finisce per delineare delle premesse e formare un’opinione che finisce nelle chat, negli spifferi, quindi nell’agenda”.

Per cui non è tanto importante che Gualtieri potrebbe fare il sindaco di Roma e Raggi togliere il disturbo entrando al governo, o che Delrio è lì lì per beccarsi le Infrastrutture e De Micheli lo va a sostituire alla guida dei deputati pd. Conclude Ceccarelli: “Baratti, permute e rotazioni di questo genere sono sempre accadute, tutto lascia pensare che siano inevitabili e che facciano parte del sistema. Quel che oggi colpisce e impressiona è piuttosto il grado di inconsapevolezza non solo rispetto alla vita delle persone sempre più lontane dal Palazzo, ma anche e soprattutto l’effetto disastroso che in questo particolare momento tali pratiche arrecano a una classe politica già molto fragile e tuttavia ostinata nel mostrare nei fatti che un incarico vale l’altro”.

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