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Chi è Paolo Savona, possibile Ministro dell’economia del nuovo governo

Chi è Paolo Savona, l’economista “euroscettico” possibile Ministro dell’economia del nuovo governo? Il professore classe 1936 non è certo una nuova conoscenza per la politica italiana. Per lunghi anni accademico, accettò infatti di entrare nell’esecutivo guidato da Carlo Azeglio Ciampi, tra il 1993 e il 1994. Ripercorriamo insieme la carriera di Paolo Savona e cerchiamo di capire quanto di vero ci sia nell’etichetta di “euroscettico” affibbiatagli in questi giorni da alcuni osservatori.

Chi è Paolo Savona: la carriera

Laureato cum laude in economia, Paolo Savona inizia la carriera in Banca d’Italia nel 1961 all’interno del Servizio Studi fino a diventarne direttore. Dopo aver approfondito negli anni di Bankitalia gli studi monetari, si specializza proprio in economia monetaria al MIT, il prestigioso Massachusets Institute of Technology. Nel 1976 tuttavia lascia l’Istituto di via Nazionale per l’insegnamento universitario, dapprima a Cagliari dove ottiene la cattedra di politica economica quindi a Roma alla Pro Deo, chi di lì a poco avrebbe contribuito a rifondare come LUISS. Sempre nel 1976, con l’avvento di Guido Carli alla presidenza di Confindustria, Savona diventa il direttore generale dell’associazione degli industriali italiani. Fino al 1980 alternerà l’impegno in Confindustria al lavoro di docente universitario. Dal 1980 in poi ha ricoperto numerosi incarichi pubblici, soprattutto in consigli di amministrazione di banche e aziende controllate dallo Stato. In particolare Paolo Savona è stato presidente del Credito Industriale Sardo (1980-1989), segretario generale per la Programmazione Economica al Ministero del bilancio (1980-1982), direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), quindi Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (1990-1999), di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova (2000-2010). Come detto, è stato Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, con delega al riordinamento delle partecipazioni statali nel governo Ciampi, tra l’aprile del 1993 e l’aprile 1994. Inoltre, durante il governo Berlusconi III tra il 2005 ed il 2006 ha ricoperto il ruolo di Capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri e Coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona. Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal 2 giugno 1981, ha ricevuto in carriera numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività di ricerca e studio in campo economico.

Chi è Paolo Savona, possibile Ministro dell'economia del nuovo governo
Chi è Paolo Savona: le (presunte) posizioni “euroscettiche”

«Cari amici italiani, temo non vi rendiate conto della gravità della situazione che spinge giorno dopo giorno l’Italia sul sentiero del sottosviluppo economico e della crisi sociale. Al contesto mondiale di crescente concorrenza, si aggiungono gli effetti della natura monetaria non ottimale dell’euro e di una ancor più rigida politica fiscale impostaci dall’Ue e da noi accettata sotto l’assillo dell’emergenza». Sono parole di Paolo Savona scritte nel 2012 nella sua “Prima lettera agli amici tedeschi”, libro cui ha fatto poi seguito la “seconda lettera agli amici tedeschi” l’anno successivo, ripresi poi da molti siti considerati “euroscettici”. Savona non ha mai nascoste le critiche alle regole economiche imposte dalla UE agli stati membri. Ma nonostante ciò, non può essere definito tout court un “euroscettico”. «Passo per uno dei pochi economisti istituzionali anti-europeisti ma non è così – ha spiegato lui stesso in una recente intervista – Io sarei per l’Europa unita, per questo non posso che dire peste e corna di quello che vedo a Bruxelles». Più che altro, come ha ricordato di recente anche il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, Paolo Savona ha criticato i vantaggi competitivi ottenuti dalla Germania con l’avvento della moneta unica a scapito di troppi altri paesi dell’Unione. Bisogna «cambiare attitudine accondiscendente nei confronti della politica europea errata e prepararsi a un’operazione straordinaria congiunta sul debito pubblico e sul patrimonio dello Stato», ha dichiarato recentemente.
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