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Chiusure domenicali e stop alle consegne: il mondo del commercio insorge contro il governo

Un disegno di legge che fa discutere e segna un netto passo indietro da parte della Lega rispetto alle posizioni del passato. Stop alle aperture dei negozi h24. E saracinesche abbassate per la metà delle domeniche dell’anno. Una posizione di netto contrasto con la liberalizzazione totale del 2012 e che ha già scatenato le reazione del mondo produttivo: 80 mila i posti a rischio secondo il presidente di Confimprese, Mario Resca. Ma il relatore leghista del provvedimento Andrea Dara rivendica con forza due aspetti: “In realtà nei centri storici la liberalizzazione resta e non ci sono limiti alle aperture. E poi si introduce lo stop alle consegne domenicali delle merci acquistate online”.

I punti cardine del provvedimento restano tre. Uno: negozi chiusi dalle 22.00 alle 7.00 del mattino. Quindi stop all’esperienza del supermercato aperto di notte, caro a insegne come Carrefour. Due: 12 festività laiche e religiose con i negozi chiusi. Che possono scendere a 8 se c’è un accordo tra Regioni, associazioni di categoria e sindacati.
Tre: 26 domeniche «chiuse» sulle 52 dell’anno, esattamente la metà, anche queste individuate attraverso accordi regionali.Dara difende la bontà del provvedimento: “Ci sembra un giusto compromesso, raggiunto dopo avere audito almeno una quarantina di organizzazioni e rappresentanze. Per quanto riguarda i centri storici, poi, la liberalizzazione resta perché troppi comuni ormai fanno i conti con la desertificazione del centro ed edifici di pregio abbandonati, mentre nelle periferie si consuma suolo per costruire nuovi centri commerciali. Una misura del genere può convincere i grandi investitori a dirottare le loro risorse verso i centri storici. Dove potranno rimanere aperti quanto vogliono”.Per finire, le multe. Si parla di sanzioni amministrative da 10 a 60 mila euro. La normativa precedente la liberalizzazione si fermava a 2 mila. In caso di recidiva, poi, la sanzione è raddoppiata. “Non vorremmo che i grandi centri commerciali alla fine trovassero conveniente pagare la multa pur di rimanere aperti”.

Chiusure domenicali, a rischio rischio ricavi per 34 miliardi di euro e 90mila posti di lavoro