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Il click day? Un’offesa a tutti i lavoratori autonomi. Ecco la corsa a chi arriva prima al bonus

Diciamo subito, forte e chiaro: il click day è un’offesa, e un’umiliazione, a tutti lavoratori autonomi. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico parlando con l’ANSA, ha spiegato che le modalità per ottenere il bonus da 600 euro previsto per commercianti, artigiani e gli altri lavoratori autonomi che hanno subito danni a causa dell’emergenza coronavirus saranno indicate in una circolare che dovrebbe uscire entro questa settimana. Il click day potrebbe essere fissato per la prossima settimana mentre i pagamenti potrebbero arrivare già ad aprile. Questo metodo scelto, però, è decisamente sbagliato e ingiusto. Non è degno di un grande Paese civile come l’Italia.

Tridico ha ricordato che il bonus è per liberi professionisti con partita Iva, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla gestione separata, commercianti, artigiani, lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, operai agricoli e lavoratori dello spettacolo. Perché si è arrivati al click day? Perché oltre il limite delle risorse fissate (2,16 miliardi) non potranno essere accettate nuove domande. Quanti sono gli interessati? Lo chiarisce Il Sole 24 Ore: “Sono anzitutto 339mila liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata .

La platea numericamente più consistente è quella formata da 3,6 milioni di lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago, l’assicurazione generale obbligatoria, in prevalenza commercianti e artigiani, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Seguono gli operai agricoli a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo. Secondo stime del governo sono 660mila.

Poi ci sono i lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto legge, non titolari di pensione e non titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore del Dl: ad essere interessati sono in 173mila. Tra i destinatari dell’una tantum ci sono anche 81mila lavoratori iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nel 2019 al medesimo Fondo, con un reddito non superiore a 50mila euro, e non titolari di pensione.

 

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