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Colera in Sardegna, ecco come è avvenuto il contagio: le ipotesi sono due

È scattato l’allarme sanitario in Italia dopo la notizia di un caso di colera registrato in Sardegna. Un uomo di 71 anni di Arbus, centro a circa 70 chilometri da Cagliari, è stato colpito dal virus e attualmente si trova in ospedale. Lo sfortunato protagonista di questa vicenda si trovava già sotto controllo medico per altre patologie. Ma, dopo aver riscontrato alcuni sintomi specifici, i medici dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari hanno deciso di sottoporlo ad esami specifici che hanno portato alla diagnosi di colera. Ma vediamo quali sono le ipotesi sul contagio.
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Colera in Sardegna: le ipotesi sul contagio

Al momento le condizioni di salute dell’uomo colpito da colera in Sardegna sono buone. Molto presto potrebbe essere dimesso. “Il paziente sta meglio. La situazione è in fase di normalizzazione. Le scariche di diarrea si sono man mano ridotte. E ora la situazione è sotto controllo”, ha dichiarato il responsabile del reparto Infettivi del Santissima Trinità Goffredo Angioni. Ma resta ancora il mistero sulle cause del contagio. Le ipotesi più probabili sono al momento due.

Insomma, secondo i medici esperti di malattie come il colera, le ipotesi sul contagio del 71enne in Sardegna sono sostanzialmente due: ingestione di acqua non potabile con presenze di reflui non purificati o il consumo di frutti di mare crudi. Gli esperti invitano dunque la cittadinanza a non allarmarsi, in attesa di ulteriori riscontri.

“Inizialmente ha fatto capire di aver mangiato cozze crude, ma non c’è la certezza che lo fossero. – spiega Angioni – Nelle campagne di Arbus quest’uomo cura un orto e lì si stanno analizzando le verdure, l’acqua del pozzo e la rete fognaria. Si valuta anche se abbia avuto contatti con persone che arrivano da Paesi dove il colera è una realtà: nulla resterà intentato. Alla popolazione, soprattutto in questo periodo estivo, deve arrivare un messaggio importante sulla sicurezza dell’acqua potabile. – questo l’appello lanciato dal medico – Va detto che gli alimenti devono essere mangiati cotti e, se proprio si vuole consumarli crudi, il pesce deve essere abbattuto e i molluschi devono aver fatto il processo di stabulazione. Ma, ripeto, la principale accortezza è consumare acqua di cui c’è certezza della potabilità”.
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