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Ufficiale: la Commissione europea boccia la manovra italiana. Non era mai successo

Ora è ufficiale: la Commissione europea respinge la manovra italiana. Non era mai accaduto finora nell’Unione. Era prevedibile, sì, ma la cosa è di una gravità assoluta. L’Esecutivo comunitario non ha ritenuto sufficiente la risposta italiana alla lettera in cui chiedeva dettagli sulla legge di bilancio e ha dato al governo italiano tre settimane di tempo (fino al 13 novembre) per cambiarlo, pena l’avvio di una procedura per deficit (o debito eccessivo) che può portare in ultima analisi fino all’adozione di sanzioni economiche nei confronti dell’Italia per non aver rispettato le regole europee.

Uno scenario per nulla rassicurante, specie in vista del prossimo esame delle agenzie di rating, quello di venerdì, con il giudizio di Standard and Poor’s sul debito italiano. La”deviazione senza precedenti” denunciata nella prima lettera inviata da Bruxelles al Tesoro non è stata finora corretta da Roma, ferma nell’obiettivo di portare il disavanzo di bilancio al 2,4% del Pil nel 2019.

Molte volte Bruxelles ha già concesso flessibilità all’Italia, adattando le regole del Patto fino a provocare l’irritazione di molti membri della zona euro. Ora, quegli stessi membri, da Nord a Sud, le chiedono di essere inflessibile e di non concedere più sconti soprattutto a un Governo che mette apertamente in discussione le regole comuni.

Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, assieme al suo ministro delle Finanze, ricordano i timori degli altri partner dell’Eurozona: una violazione delle regole, se restasse impunita, spingerebbe altri Paesi a fare altrettanto. Perciò “la Commissione europea deve respingere la manovra”.

Vista l’intransigenza italiana, Bruxelles intende dare un segnale chiaro con una mossa che finora non ha precedenti: la possibilità di rigettare la manovra è stata introdotta nel 2013, ma non era mai stata usata fino ad oggi. Così come non è mai stata aperta una procedura per debito eccessivo. E anche su questo l’Italia rischia di fare da apripista se non correggerà i saldi. L’arma che ha in mano la Commissione, cioè la procedura per deficit, è però piuttosto a lungo termine.

Pur volendo accelerare i tempi, le tappe per arrivare alla procedura sono molteplici, vanno validate tutte dall’Ecofin, che si riunisce soltanto una volta al mese, e quelle per arrivare alle sanzioni sono ancora di più. Tutto il procedimento, insomma, non durerebbe meno di 5-6 mesi. La decisione finale andrebbe quindi presa praticamente a ridosso delle europee.

 

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