Vai al contenuto

“Disastro imminente”. Comparsi nelle acque i “Pesci dell’Apocalisse”. Cosa sono

Tre pesci remo, chiamati anche pesci dell’Apocalisse, sono stati recentemente avvistati nelle acque che circondano la Tasmania e la Nuova Zelanda, suscitando preoccupazione tra la popolazione locale. Questi esemplari, che possono raggiungere dimensioni fino a otto metri, si distinguono per le loro scaglie argentate e la cresta rossa che li caratterizza. Un precedente avvistamento era stato segnalato a febbraio in Messico, aumentando l’interesse e l’allarme pubblico.

Tuttavia, la comunità scientifica invita alla calma e a evitare interpretazioni apocalittiche. Questi pesci, infatti, vivono abitualmente nelle profondità oceaniche, molto distanti dalla superficie e dalle coste, il che rende rari i loro avvistamenti. Nick Ling, biologo dell’Università di Waikato, ha spiegato che questi animali sono difficili da studiare proprio a causa della loro abituale dimora in mare aperto a grandi profondità.

Il Regalecus glesne, nome scientifico del pesce remo, presenta un corpo nastriforme e argenteo privo di squame, con una pinna dorsale rossa che si estende lungo tutto il dorso e una caratteristica cresta sulla testa. Le pinne pelviche, lunghe e sottili, ricordano i remi, da cui deriva il nome. Normalmente raggiunge una lunghezza di circa 3 metri, ma sono stati documentati esemplari fino a 11 metri e un peso stimato di circa 200 kg.

Nonostante il loro aspetto imponente, i pesci remo sono innocui per l’uomo. Si nutrono principalmente di plancton, piccoli crostacei, molluschi e pesci e non dispongono di denti. Il loro movimento è lento e caratterizzato da un nuoto amiiforme, che consiste nell’ondulazione della lunga pinna dorsale mantenendo il corpo rigido. Questi animali sono presenti in tutti gli oceani, generalmente a profondità superiori ai 1.000 metri.

Il pesce remo è avvolto da una simbologia particolare in alcune culture, soprattutto in quella giapponese. Qui è considerato un messaggero del drago, capace di emergere dalle profondità marine per segnalare l’arrivo di terremoti o tsunami, spiaggiandosi come un avvertimento per l’umanità.

Tuttavia, non esistono evidenze scientifiche che confermino un legame diretto tra la comparsa in superficie di questi pesci e eventi catastrofici. Uno studio del 2019 non ha riscontrato correlazioni significative tra gli avvistamenti e le attività sismiche. La spiegazione più plausibile riguarda spostamenti anomali dovuti al cambiamento climatico, che potrebbero modificare le correnti marine e l’habitat naturale dei pesci remo.

Gli scienziati sottolineano che questi rari avvistamenti rappresentano un’opportunità preziosa per approfondire la conoscenza di una specie ancora poco studiata. Il loro ambiente naturale, situato a grandi profondità, rende il pesce remo uno dei grandi misteri degli abissi marini.

Nel frattempo, le segnalazioni in Tasmania, Nuova Zelanda e Messico continuano a suscitare curiosità e timore, mentre le autorità locali mantengono alta l’attenzione sulle coste interessate. Le immagini diffuse attraverso i social network hanno amplificato la fama quasi mitologica di questo animale, oscillando tra fascino e inquietudine.

In conclusione, il pesce remo resta una creatura enigmatica, protagonista di leggende e superstizioni, ma anche oggetto di crescente interesse scientifico. Dietro il suo aspetto impressionante si cela un animale pacifico, con molto ancora da rivelare sul mondo nascosto negli abissi oceanici.

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure