
Il Conclave che dovrà eleggere il successore di papa Francesco entra nel vivo. Dietro le porte chiuse della Cappella Sistina, manovre riservate e nuove alleanze stanno delineando gli equilibri futuri della Chiesa cattolica. La prima votazione, avvenuta nella serata di mercoledì 7 maggio, si è conclusa con una fumata nera, segno che i cardinali elettori non hanno ancora raggiunto l’accordo sul nome del nuovo pontefice. Tuttavia, iniziano a emergere dinamiche interessanti che potrebbero influenzare in modo decisivo i prossimi scrutini.
Tagle fa un passo indietro e spinge Parolin
Tra i papabili più discussi figura il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, spesso indicato come uno dei favoriti per succedere a Bergoglio. Eppure, secondo indiscrezioni raccolte da fonti vicine al Conclave, Tagle avrebbe cambiato rotta. Rendendosi conto di non avere più una solida maggioranza tra i cardinali asiatici, avrebbe deciso di sostenere un altro candidato forte: Pietro Parolin, attuale segretario di Stato vaticano. Il porporato italiano, che può già contare su una base di 40-50 voti, sembra così rafforzarsi grazie all’appoggio di uno dei personaggi più influenti dell’Asia ecclesiastica. Il cambio di passo di Tagle sarebbe avvenuto dopo il primo scrutinio, anche per effetto dell’ascesa del connazionale Pablo Virgilio Siongco David, arcivescovo di Kalookan, noto per il suo impegno sociale e politico contro gli abusi durante l’era Duterte.
Parolin conquista consensi tra Asia e Africa
L’accordo tra Tagle e Parolin potrebbe rivelarsi strategico: in gioco ci sarebbe un pacchetto di voti non solo dall’Asia, ma anche da alcune nazioni africane, attratte dal profilo diplomatico di Parolin. Il suo ruolo chiave nei negoziati con la Cina per la nomina dei vescovi e la lunga esperienza in Segreteria di Stato giocano a suo favore, rafforzandone la credibilità come figura capace di guidare la Chiesa in una fase delicata.

Gli altri nomi in corsa: Zuppi e Aveline
Nonostante l’avanzata di Parolin, la corsa resta apertissima. Un altro nome di peso è quello del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, noto per i suoi legami con la Comunità di Sant’Egidio e per l’impegno nei contesti di conflitto e marginalità, soprattutto nel Sud globale. Ma anche Zuppi si trova a dover fronteggiare un avversario a sorpresa: Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia. Quest’ultimo sembra godere di ampio consenso soprattutto tra i cardinali latinoamericani e africani, grazie al suo profilo pastorale e alle sue posizioni fortemente pacifiste, in linea con lo stile di papa Francesco.
Verso un secondo giorno decisivo
Il Conclave si prepara così a una seconda giornata decisiva. In un clima di incertezza crescente, le alleanze strategiche e il possibile spostamento di voti potrebbero rimescolare le carte in tavola. Chi sarà il prossimo pontefice? Ancora è presto per dirlo. Ma se una cosa è certa, è che il futuro della Chiesa si sta giocando tra diplomazie silenziose, scelte ponderate e un’attenta lettura dei segnali che provengono dai vari angoli del mondo cattolico.