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Conte all’attacco di Olanda e Germania: “Si sono trasformate in un freno per l’Europa”

Una settimana decisiva, quella che si apre, per il premier Conte. Che si prepara ad affrontare un Consiglio Europeo dalle conseguenze potenzialmente fondamentali per la storia italiana ed europea, con l’Unione chiamata a una difficile intesa per affrontare al meglio gli effetti della crisi economica conseguente alla pandemia di Covid-19. E il presidente del Consiglio a giocarsi una fetta importante della sua credibilità, dopo aver ribadito più volte in questi giorni la posizione italiana al tavolo di Bruxelles: abbiamo accettato il Mes light, a malincuore, ma non basta, serviranno soluzioni più incisive.

In un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung, testata tedesca, il premier ha ribadito: “Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell’ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti”. Poi il riferimento all’Unione e al modo in cui, a suo dire, dovrebbe affrontare la crisi:”L’Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco”. Parole che seguono quelle di Romano Prodi, che a sua volta aveva chiarito: “I nostri negoziatori dovranno essere rigidi sul fatto che le vecchie condizionalità del Mes non esistano più, che il tasso di interesse sia veramente conveniente e, ancora più importante, che il prestito abbia una sufficiente durata temporale”.Conte non ha risparmiato attacchi ai Paesi che in questo momento sono schierati su posizioni contrarie rispetto a quella italiana. La Germania? “Ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedono le regole Ue ma invece di fare da locomotiva per l’Europa è risultata un freno”. L’Olanda? “Con il suo dumping fiscale attrae migliaia di multinazionali, che trasferiscono lì la propria sede, ed ottengono un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell’Unione: 9 miliardi di euro ogni anno, come riporta un’analisi di Tax Justice Network”.Insomma, Conte si prepara a un difficile passaggio mostrando i muscoli, facendo trasparire agli alleati europei tutta la propria determinazione. La sfida è stata lanciata: l’Italia non è disposta a piegarsi passivamente ai diktat olandesi e tedeschi. Il duello finale è ormai questione di pochi giorni.

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