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Conte dice no alla patrimoniale: “Lo escludo, lotteremo per abbassare le tasse”

Giuseppe Conte si dice pronto a difendere l’Italia dagli attacchi Usa. A chi manifesta preoccupazione per i dazi in arrivo da Washington, il premier ha risposto “faremo di tutto per limitare i danni”. Parole pronunciate all’Assemblea di Assolombarda alla Scala, rassicurando inoltre la platea di industriali sul fatto che il governo “esclude l’introduzione di qualsiasi patrimoniale”. “Non c’è alcuna intenzione di penalizzare il settore dell’edilizia, tutt’altro e di non toccare il diritto all’abitazione”.

Con i dazi compensativi Usa c’è una “prospettiva che rischia di far male a manifattura e agroalimentare e ci preoccupa” ha detto Conte. “La guerra dei dazi ci sta mettendo a dura prova – ha aggiunto il premier – e questo anche lavorando all’interno dell’Unione per prospettive compensative. Far ripartire la crescita richiede un doppio sforzo: contrastare la congiuntura avversa, soprattutto a causa delle tensioni commerciali, e risolvere i problemi di lungo periodo dell’economia italiana. La guerra dei dazi sta mettendo a dura prova l’intero comparto del manifatturiero europeo”.“Da ultimo, il pronunciamento Wto che legittima gli Stati Uniti, apre a una prospettiva che rischia di far male al nostro settore manufatturiero a agroalimentare: faremo di tutto per limitare i danni, anche all’interno della Ue. A ciò – ha proseguito inoltre il premier – si aggiunge una crisi strutturale dell’automotive che costituisce una minaccia per ampi settori della nostra industria, soprattutto al Nord”. Dalla riduzione dello spread l’Italia avrà risorse nel tempo per 18 miliardi, ha rivendicato Conte spiegando che “sono risorse che reinvestiremo per l’abbattimento della pressione fiscale come l’abbattimento del cuneo fiscale e in investimenti nelle infrastrutture”.“Abbiamo sterilizzato completamente l’aumento dell’Iva”  ha ricordato infine il premier. L’attivazione delle clausole di salvaguardia “avrebbero costituito un enorme ostacolo per il rilancio del Paese con un aggravio di spesa di 542 euro per famiglia e una riduzione del Pil di 0,3 punti sulla crescita del 2020. Stiamo lavorando ad una riforma fiscale perché vogliamo un fisco più efficiente, più giusto”.

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