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Il retroscena: ecco la strada che porta al Conte ter. Il nuovo governo e il ruolo di Renzi

Giuseppe Conte ha capito che la situazione sta definitivamente sfuggendo di mano. A Bruxelles hanno letto tutti l’intervista di Renzi a El Pais, uno sgarbo internazionale che assomiglia a una sfiducia. Per questo, il premier reagisce. Come riporta Repubblica, Conte ha deciso “di trasformare la verifica sul Recovery in una verifica di governo. E di avviare un percorso che dovrebbe portare a un Conte ter pilotato e senza traumi”. La terza edizione del suo governo potrebbe avere anche un ritorno a sorpresa: quello di Matteo Renzi nelle vesti di ministro. Ed è questo il rumor che fa più scalpore. 

Il premier per ora non usa parole come “rimpasto”, ma la frattura apertasi con il piano di Palazzo Chigi per il Recovery Fund pare insanabile e trovare una sintesi all’interno della maggioranza pare l’unica via per scacciare l’ombra di Mario Draghi sulla presidenza del consiglio dei ministri, già prefigurata dallo stesso Renzi nei giorni scorsi. Dopo il consiglio europeo, Conte riconosce “l’esistenza di istanze molte critiche che sono state in modo molto sonoro rappresentate” e chiama a raccolta la sua maggioranza per un incontro dove “cercheremo di capire che fondamento hanno questo critiche e che istanze rappresentano. Il Paese merita risposte”.

Una di queste potrebbe essere quella di portare proprio il leader di Italia Viva nel governo con un ruolo di prestigio. E questo, possibilmente, un attimo prima che Renzi – come ha minacciato nell’intervista a El Pais – tolga l’appoggio all’esecutivo, faccia dimettere i suoi ministri e molli il patto che attualmente regge la maggioranza. Nei piani di IV questo potrebbe accadere il 28 dicembre, ovvero dopo il voto sulla legge di bilancio. Con un discorso in Senato nel quale Renzi accuserà Conte di volere “pieni poteri” esattamente come Matteo Salvini”.

Sullo sfondo ci sarebbero i famosi manager che dovrebbero gestire l’attuazione del Recovery Plan ma anche, scrive sempre Repubblica, la delega ai Servizi Segreti gestita da Conte nel suo primo governo. E frutto di problemi anche con il Partito Democratico. Ma Conte vuole anche che siano i partiti di maggioranza a chiedergli esplicitamente il rimpasto. Per evitare di dare l’impressione di essere lui a volere Renzi nel governo e perdere così il consenso degli elettori del MoVimento 5 Stelle. Devono essere gli alleati a muoversi. E farlo “pubblicamente, in modo trasparente, assumendosene la responsabilità”. L’unico piano B è quello di immaginare una nuova figura per Palazzo Chigi: Franceschini in forse, Draghi il più certo.

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