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Conte replica a Salvini: “Non stiamo dando schiaffi alle Regioni, fermiamo il Covid”

Il premier Giuseppe Conte interviene a Corriere Tv per provare a placare gli animi dopo le polemiche sulle zone rosse, con la Lombardia sugli scudi, trinata dalla rivolta di Salvini e Fontana: “Non stiamo dando schiaffi a nessuno – ha dichiarato Conte – non c’è una volontà di penalizzare aree a scapito di altre”, ha aggiunto. Se riusciamo a rallentare la curva del contagio – ha concluso Conte – potremo affrontare le prossime settimane “con un margine di serenità”. Il premier ha poi annunciato che “oggi entriamo in Consiglio dei ministri con il dl Ristori-bis. Ci siamo resi conto che i ristori già erogati erano modesti e li abbiamo più che raddoppiati, moltiplicati”.

“Chi li ha già ricevuti li può raddoppiare al 200%”. Sui tempi, aggiunge, “all’Agenzia delle entrate bastano un paio di settimane per avere sugli iban la liquidità”. Il governo ha investito miliardi per la scuola, i trasporti, le università e i protocolli ma “nonostante tutto la pandemia è arrivata e adesso dobbiamo adottare delle misure diversamente graduate per uscirne”, ha aggiunto Conte. “Capisco il senso di ingiustizia degli imprenditori, ma non fermiamoci solo ai protocolli. Con queste misure che abbiamo introdotto – ha poi spiegato il premier – con questo piano che stiamo perseguendo, confidiamo che le restrizioni siano limitate a qualche settimana”.

“Non ho mai detto – rimarca Conte – che a Natale festeggeremo, brinderemo, ci abbracceremo tutti però far ripartire i consumi sotto Natale credo sarebbe molto più utile per l’intera economia nazionale, per tutti. Vogliamo che questa limitazione sia quanto più contenuta possibile nello spazio temporale, ecco perchè siamo intervenuti adesso. Anche perché altrimenti questo treno ci arriverebbe addosso, le conseguenze economiche sarebbero ben peggiori. I danni sarebbero molto più elevati e prolungati”.

Dal canto suo, il ministro Speranza ha detto: “In tutte le fasi del nostro lavoro c’è stato il pieno coinvolgimento delle istituzioni scientifiche così come delle Regioni. I criteri di monitoraggio su 21 parametri sono stati condivisi con le Regioni in due incontri, e da 24 settimane i parametri di riferimento vengono utilizzati senza che mai le Regioni abbiano portato obiezioni. I dati posti alla base delle rilevazioni vengono caricati e la fonte dei dati sono le Regioni”.

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