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Il premier disinnesca Renzi, pronto il Conte-ter. Come cambia il governo: le mosse

Mentre Renzi prepara l’assalto finale per defenestrare Conte da Palazzo Chigi, il premier studia la strategia per respingere l’attacco e tenere la presidenza del consiglio in un momento così delicato per il Paese. Il leader di Italia Viva rimanda la palla nel campo del premier ma i toni non sono più quelli dell’ultimatum. Se il presidente del Consiglio decidesse di non arroccarsi, da Renzi arriverebbe l’ok ad un Conte ter. “Ma solo se prende un’iniziativa, altrimenti il 7 gennaio le nostre ministre si dimettono e si volta pagina”, continuano a ripetere i big renziani. E qualcosa, dunque, inizia a muoversi. Il premier innanzitutto vuole un confronto sul Recovery plan. La sua intenzione è quella di sottoporre la bozza che verrà recapitata dal ministro Gualtieri alle forze di maggioranza, e solo dopo convocare un Consiglio dei ministri. È il primo segnale che la sfida è rimandata.

Il secondo è che Conte ha rinviato ogni redde rationem al Senato, non ci sarebbero i numeri. Il terzo segnale della possibilità di un disgelo nei prossimi giorni arriva dalle trattative in corso per il rafforzamento dell’esecutivo. Il presidente del Consiglio ha aperto ad un governo politico. Sulle caselle si sta discutendo. Con l’eventualità, per esempio, che un esponente renziano vada al Viminale, che il Mit possa essere spacchettato, lasciando ad Iv il capitolo delle grandi opere. E che il vice segretario dem Orlando possa ricoprire il ruolo di vice premier con Di Maio, un po’ come nel Conte 1.

Sul tavolo anche l’ipotesi che Conte ceda la delega sui Servizi Segreti. Come riporta Il Mattino, l’idea è di “affidarla a Vecchione, attuale capo del Dis che verrebbe nominato sottosegretario (ma Pd e Iv sarebbero contrari) o ad un tecnico (si fa il nome, ma è una possibilità remota, dell’attuale sottosegretario Turco). Ma Conte non si fida e vuole prima capire quanto Renzi voglia alzare il tiro. Teme che aprendo il vaso di Pandora possa finire impallinato. Ma in ogni caso la prospettiva delle urne è sempre più lontana”.

Intanto, ieri Maria Elena Boschi ha ribadito che Italia Viva non vuole aprire la crisi di governo, né chiede poltrone, ma si aspetta delle risposte chiare da parte di Conte. Qualora, invece, non arrivassero si aprirebbe sul serio un altro scenario che prevede una nuova figura a palazzo Chigi. Un esponente dem (Renzi tifa per Franceschini) o un esecutivo istituzionale e il nome che circola è quello di Marta Cartabia. La più forte, però, è la possibilità di portare Mario Draghi al posto di Conte con un governo di larga maggioranza.

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