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Conte-bis, anche Forza Italia è della partita? I No alla luce del sole e le trattative sottotraccia

Mentre continua la serrata trattativa per trovare l’accordo definitivo tra Movimento 5 Stelle e Pd, Giuseppe Conte ragiona sui numeri. Non quelli dell’economia italiana, ma quelli che gli servono per dare vita al governo. Perché qualcosa non torna: al Senato, infatti, la situazione è decisamente scivolosa. Se Pietro Grasso confermasse la sua non disponibilità a partecipare all’esecutivo, e se alcuni dei 5 Stelle dovessero seguire la linea dello strappo guidata da Gianluigi Paragone, allora sarà necessario trovare qualcun altro disposto a dare una mano.

E così Conte mentre alla luce del sole lavora all’accordo tra Movimento 5 Stelle e PD, sottotraccia si starebbe muovendo in queste ore per arrivare ad avere un appoggio esterno di Forza Italia. Ma quanto è concreta questa possibilità?

Ci sono diversi “pontieri” che stanno già lavorando per questo, con Gianni Letta e i suoi fedelissimi in testa. Il partito di Berlusconi sta vivendo una fase critica, con la spaccatura di Toti e i mille dissidi interni nati proprio dalle diverse visioni sul modo di affrontare la crisi del governo gialloverde e soprattutto il rapporto che Forza Italia deve avere con Salvini.

La nuova maggioranza giallorossa sulla carta nasce con voti superiori al precedente governo, ma con criticità interne nettamente maggiori rispetto alla precedente esperienza. Ed è per questo che ha preso via a circolare la voce sull’aiuto di una parte di Forza Italia al Senato, dove lo strappo del M5S guidato da Gianluigi Paragone metterebbe a rischio la tenuta sui numeri.

In questa chiave di lettura, non vanno dunque sottovalutate le parole di Silvio Berlusconi: “Il fatto che la Lega abbia proposto di resuscitare la sciagurata formula di maggioranza gialloverde ha rappresentato e rappresenta per noi un problema politico molto serio, sul quale tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente”.

Gianni Letta e i suoi, dunque, si muovono in direzione di un appoggio esterno. Anche Antonio Tajani parrebbe propenso a seguire questa linea, sempre per fare fede a quel voto di responsabilità istituzionale che lo ha caratterizzato negli ultimi anni. Il nuovo governo, infatti, è visto di buon occhio dall’Europa e dai mercati, due fattori fondamentali per tutelare gli interessi e i risparmi degli italiani, dopo il terremoto guidato dall’asse Salvini-Di Maio.

 

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