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“Ora voglio la conta in Parlamento”. L’ira di Conte e le prossime mosse

L’ira di Giuseppe Conte è stata raccontata da molti durante tutta la giornata di ieri. Letteralmente infuriato con Matteo Renzi. “Il presidente sta fuori dalla grazia di Dio”, dicono da Palazzo Chigi. Poi l’avvocato ha parlato alla sua squadra, rimasta orfana delle ministre renziane. “Purtroppo Italia Viva si è assunta la grave responsabilità di aprire una crisi di governo”. E poi, con aria davvero mesta: “Sono dispiaciuto e rammaricato, ho fatto di tutto per evitare questo gravissimo danno al Paese, in piena pandemia. Vi chiedo un’ultima prova, facciamo tutto quello che serve agli italiani per la grave crisi sanitaria ed economica”.

Conte ha poi accettato le dimissioni di Bellanova e Bonetti e informato il capo dello Stato. Stando a quanto raccontato dal Corriere, si è sentito offeso, tradito, si è convinto che Renzi lo voglia “politicamente morto” e non porgerà l’altra guancia. Raccontano che l’idea della sfida pubblica si vada rafforzando nella sua testa e che Conte senta una voglia crescente di replicare in diretta tv, nell’aula di Palazzo Madama, all’attacco dell’ex alleato. Ma non ora, non subito. L’idea è di non dimettersi oggi stesso e di prendere tempo “per il bene del Paese”.

Zingaretti è in pressing perché salga oggi stesso al Quirinale, ma Conte pensa di assumere su di sé l’interim dei ministeri vacanti, Agricoltura e Famiglia, per il tempo necessario ad approvare “provvedimenti fondamentali”. E solo dopo, “a testa alta” e quando avrà la certezza dei numeri, andare alla resa dei conti in Senato. E questo è il punto fondamentale, ora Conte vuole andare alla conta in parlamento. “Nascerà un nuovo gruppo a sostegno di Conte”, assicura un ministro, dopo che il premier in Cdm ha detto che si recherà alle Camere “subito dopo aver approvato scostamento di bilancio e decreto Ristori”.

Conta ha la ferma intenzione di “sottoporsi alle regole della nostra democrazia”. Resistere, preparare la conta. Cercare una via di uscita dalla crisi al buio, senza Iv. Ed è proprio Conte il più determinato di tutti a verificare in fretta se un’altra maggioranza per un “ter” sia possibile. Senza Renzi, contro Renzi. E se i numeri non ci sono? Conte pensa alle urne. Ma poiché il Quirinale non ritiene possibile andare al voto anticipato in piena terza ondata di Covid, potrebbe nascere un governo “elettorale” guidato da Marta Cartabia o Luciana Lamorgese.

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