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Corea del Nord, giustiziati i responsabili del vertice fallito con gli Usa

Una notizia che ha fatto scalpore: la Corea del Nord avrebbe giustiziato l’inviato speciale per gli Usa Kim Yong Chol per il fallimento del vertice di Hanoi, in Vietnam, lo scorso febbraio, tra il dittatore di Pyongyang Kim Jong-un e il presidente americano Donald Trump. Lo sostiene il quotidiano della Corea del Sud, Chosun Ilbo, un’indiscrezione subito rilanciata dalle principali testate americane.

Kim Hyok Chol sarebbe stato ucciso a marzo insieme ad altri 4 funzionari del ministero degli Esteri di Pyongyang coinvolti nei lavori del vertice. La fonte del quotidiano di Seul ha riferito che un quinto funzionario, Kim Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato anche a Washington (dove è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump), sarebbe stato sanzionato coi lavori forzati nella provincia di Jagang, mentre Kim Song-hye del dipartimento del Fronte Unito è finita in un campo per prigionieri politici.
Punizione, verosimilmente in un campo di prigionia, anche per l’interprete del leader, Shin Hye-yong: è stata accusata di aver “macchiato l’autorità” di Kim per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione. Kim Yong-chol, secondo un dispaccio di inizio aprile della agenzia Kcna sulle decisioni maturare nella sessione plenaria dell’Assemblea suprema del popolo, era entrato nella potente commissione sugli Affari statali, presieduta dal leader, con altri esponenti di primo piano della missione in Vietnam. Tuttavia, alla fine dello stesso mese, sia lui sia la sorella del leader, Kim Yo-jong, non risultavano nella delegazione che a Vladivostok ha partecipato al summit tra Kim e il presidente russo Vladimir Putin.Il Rodong Sinmun, la voce del Partito dei Lavoratori, ha preso di mira gli “atti anti-partito e anti-rivoluzionari” messi in atto contro il leader: “Agire come uno che riverisce il leader, sta sognando qualcosa di altro quando si gira intorno è un atto anti-partito e anti-rivoluzionario che ha gettato via la fedeltà morale verso il leader, e tali persone non eviteranno il giudizio severo della rivoluzione. Ci sono traditori e ribelli che memorizzano solo parole di lealtà verso il leader e persino cambiano in base alla situazione del momento”.
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