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Attenzione, gira su Whatsapp un falso messaggio audio sul coronavirus

Attenzione, sta girando su Whatsapp un falso messaggio audio sul coronavirus. L’assessore al Digitale, Matteo Marnati, invita a “considerare falsi” i messaggi audio di presunti operatori sanitari che in queste ore stanno diffondendo notizie attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea riguardanti la diffusione del coronavirus e sulle condizioni di lavoro all’interno degli ospedali o addirittura di singoli pazienti. “In queste ore si stanno diffondendo tramite social comunicazioni allarmistiche che preoccupano la popolazione”, spiega l’Assessore Matteo Marnati che ha ricevuto sul suo telefono una di queste notifiche.

La Gazzetta di Torino rilancia la notizia: “Si tratta di sciacalli che usano questi mezzi per diffondere il panico. Le notizie che addirittura raccontano storie personali di operatori di qualsiasi categoria sono da considerarsi bufale – sottolinea Marnati – e dunque destituite di ogni fondamento. La popolazione deve sapere che le informazioni ufficiali vengono diramate soltanto dalle istituzioni. Chi diffonde notizie di questo tipo, tra l’altro, è penalmente perseguibile per procurato allarme. Mi auguro che la Polizia Postale indaghi per individuare i responsabili”.

“In questi giorni ho ripensato ad alcune vecchie letture, a Winston Churchill. Questa è la nostra ‘ora più buia’. Ma ce la faremo”. Lo scrive su Instagram il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, facendo riferimento all’emergenza che il Paese sta attraversando per il Coronavirus. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dichiara in un’intervista a La Repubblica che le rinunce che si stanno facendo ora per l’emergenza del coronavirus, sono delle rinunce che si fanno “per il bene di tutti. Seguiamo le regole e l’Italia si rialzerà”, dichiara.

Intanto fra sabato 7 e domenica 8 marzo, la provincia di Bergamo è diventata la provincia italiana con più casi registrati di infezione da coronavirus: da 761 nella giornata di sabato, domenica sono diventati 997. Il dato ha superato quello di Lodi, la provincia dei primi comuni della ex “zona rossa”, dove da 811 sono diventati 853. La situazione era già complessa da giorni, ma a giudicare da notizie e testimonianze si sta decisamente aggravando.

 

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