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L’infermiera a fine turno scoppia in lacrime: “Mai visto tanta sofferenza”

Il personale sanitario di tutta Italia sta affrontando la battaglia più difficile, quella contro il coronavirus. Turni dalle ore interminabili, permessi, ferie e riposi annullati e sacrifici enormi per garantire la continuità del servizio sanitario per le persone bisognose di cure. In queste ore ha conquistato il web un’intervista all’infermiera Francesca Rovati, dell’Ospedale Guglielmo Da Saliceto di Piacenza, la quale ha deciso di raccontare ciò che lei e i suoi colleghi stanno vivendo in quest’ultimo periodo di piena emergenza nazionale. Le sue parole e le sue lacrime fanno capire a tutti ciò che prova durante i turni di lavoro in ospedale, ascoltando quel rumore incessante delle bombole di ossigeno nelle stanze dei pazienti.

Dagli occhi di questa infermiera, ogni volta che il suo turno in ospedale finisce, cadono lacrime di dolore pesanti come macigni. L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova il nostro paese. I cittadini sono chiusi nelle quattro mura domestiche, gli agenti di polizia sono in strada per far rispettare le disposizioni governative, i commessi degli alimentari sono costantemente a contatto con il pubblico in preda al panico. Ci sono persone impegnate ad aiutare chi lotta contro questo virus. Gli operatori sanitari sono i veri eroi in questo scenario drammatico.

Francesca Rovati testimonia ciò che i suoi occhi vedono nelle corsie degli ospedali in questo momento: “La cosa più difficile da sopportare è la vista della sofferenza. Le persone che stanno male sono tante, così come sono tante quelle che sono sole. Ti senti impotente, non puoi fare niente”. A questo punto dell’intervista l’infermiera mostra tutta la sua sensibilità. La donna, al pensiero di quello che vede tutti i giorni in corsia, scoppia in un pianto sincero e straziato. E racconta che alla fine di ogni turno non regge la tensione e scoppia in lacrime, così come succede per tantissimi altri suoi colleghi infermieri e medici.

“Non ci sentiamo eroi. Io sono un’infermiera e faccio il mio lavoro. Prima di essere operatore sanitari siamo figli, genitori… insomma umana. Il rumore costante dei respiratori ci accompagna per tutto il turno. Viviamo alla giornata. Dobbiamo garantire costantemente il servizio sanitario. I numeri aumentano, le emergenze respiratorie sono tantissime, è difficile tenere sotto controllo sia l’aspetto emotivo che quello puramente medico, ma noi ci proviamo. Vorremmo mettere i pazienti in contatto con i loro parenti ma è difficile. Non mi sento di dire a tutti di stare tranquilli. Certo non bisogna farsi prendere dal panico ma nemmeno sottovalutare la situazione”.

 

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