Un virus che si diffonde ora dopo ora con bilanci sempre più drammatici, il numero di persone infette in costante aumento e arrivato ormai quasi a quota 2000 casi. Cifra che rende l’idea di un’infezione che continua ad allargarsi, quella che arriva dalla Cina, e che spaventa il mondo intero. Il bilancio delle vittime nel Paese, stando ai dati diffusi dalle autorità, è infatti aumentato fino a quota 56, di cui 15 vittime soltanto nelle ultime ore: la maggior parte dei decessi si è verificato nella provincia di Hubei dove si trova la città di Wuhan, epicentro del contagio. ![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20801%20451'%3E%3C/svg%3E)
Un’emergenza che ha scatenato il panico in ogni Paese del mondo, tutti terrorizzati all’idea che il temuto coronavirus possa iniziare a diffondersi anche sul proprio territorio. Due casi si sono verificati in Francia, uno registrato a Bordeaux e uno a Parigi, entrambi reduci da viaggi in Cina. La notizia ha fatto scattare immediatamente falsi allarmi un po’ dappertutto, segno evidente di un’ansia che si sta diffondendo sempre più a macchia d’olio. ![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20801%20451'%3E%3C/svg%3E)
Anche l’Italia ha vissuto i suoi momenti di paura. Nelle ultime ore, infatti, alcuni allarmi poi fortunatamente rivelatisi falsi hanno fatto capolino sulle prime pagine dei giornali: uno a Bari, dove una donna cinese era stata ricoverata in ospedale con sintomi che inizialmente avevano fatto pensare al peggio. E uno a Parma, dove a preoccupare erano invece le condizioni di una musicista che aveva manifestato segnali di infezione polmonare.
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Il tutto mentre a Vienna veniva monitorata con attenzione la situazione di un’assistente di volo cinese che aveva mostrato a sua volta dei sintomi che avevano fatto scattare l’allarme. Un rincorrersi di notizie da ogni parte d’Europa che è lo specchio preciso di un clima di terrore che stona con le dichiarazioni rassicuranti dei Centri di controllo europei per le malattie, che parlano di una situazione sotto controllo e di strutture perfettamente attrezzate, ovunque, per far fronte all’emergenza.
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