Vai al contenuto

“Io resto in corsia, tu resta a casa”. I messaggi di medici e infermieri agli italiani

Il personale sanitario italiano è straordinario. In prima linea per combattere il coronavirus con l’invito, per tutti gli altri, a restare in casa come da prescrizioni. Il policlinico di Bari lancia la propria campagna social con l’ausilio di coloro che i cittadini riconoscono come i veri eroi di questo periodo: medici, infermieri e operatori. Ed ecco che sul canale Instagram @polibari2020 compaiono le loro foto con gli hashtag #iorestoincorsia #turestaacasa. Un bel modo per celebrare il loro impegno e sollecitare tutti a fare il proprio dovere e rispettare le direttive del governo per fermare – tutti insieme – il coronavirus. Le foto hanno subito fatto il giro dei social, segno che gli italiani hanno capito e apprezzato.

Intanto l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Salute, ha stabilito che il coronavirus è una pandemia: “Un nuovo virus che si diffonde in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie”. L’Organizzazione di Ginevra lo ha dichiarato ammettendo un’evidenza che era sotto agli occhi da giorni: i contagi sono diffusi in ogni continente a eccezione dell’Antartide. I paesi colpiti sono 114 su un totale di 193, soprattutto nell’emisfero nord. Da quando è comparso, a dicembre 2019, il coronavirus ha causato oltre 118 mila contagi e 4.200 vittime.

Ora l’Oms avrà la facoltà di emanare direttive e inviare équipe nelle nazioni più colpite (nel rispetto della sovranità), come ha già fatto in Cina, Italia e Iran. Potrà anche prendere nuove misure (in parte lo sta già facendo) per fluidificare l’invio ai paesi più colpiti di presidi sanitari, come ad esempio le mascherine. “Siamo profondamente preoccupati per la diffusione e la severità della malattia e per l’allarmante livello di inazione” di alcuni paesi, ha però ammesso mercoledì. “Per questo abbiamo deciso che Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia”.

La parola “potrebbe suggerire che non possiamo fare più nulla per contenere il virus” ha aggiunto il direttore, ma “questo non è vero. Siamo impegnati in una lotta che può essere vinta se facciamo le cose giuste”. A convincere l’Oms è stata la curva crescente non più in un numero limitato di paesi (Cina fino a qualche giorno fa, oggi Italia, Iran e Corea del Sud), ma nell’intera Europa e in un’America che – tra dichiarazioni al limite dell’irresponsabile del presidente Donald Trump e difficoltà tecniche nel distribuire ed effettuare i test – non sembra preparata ad affrontare un’eventuale ondata di contagi. C’è una sola arma: la responsabilità. Tutti quanti insieme ce la faremo. Se seguiamo il messaggio degli operatori sanitaria: loro in corsia, noi a casa.

 

Ti potrebbe interessare anche: Calzedonia: “Non vendiamo beni di prima necessità, chiudiamo i negozi per il bene di tutti”