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Cosa si rischia a lasciare i soldi in giacenza sul conto corrente?

E’ pur vero che agli italiani piace investire i risparmi nel mattone: la ricchezza immobiliare costituisce il principale rendimento del risparmiatore medio. Secondo l’stat, l’80% dei cittadini vive in una casa di proprietà, anche se spesso piccola e da ristrutturare. Ma siamo anche un popolo che non ama rischiare (comprensibile vista la strutturale instabilità politica ed economica), cosicché gran parte dei residui guadagni viene lasciata sul conto corrente “a vista”. Si tratta di una allocazione del denaro senza alcuna efficienza e utilità. Il rendimento è pressoché pari a zero: si stima una media dello 0,4% annui. Se si confronta tale dato con un’inflazione che, nel 2017, è stata pari all’1,2%, se ne trae una triste e ineluttabile conseguenza: perdita di potere di acquisto.

L’abitudine degli italiani a lasciare sotto il materasso i propri risparmi è costata al popolo ben 10 miliardi di euro di diminuzione del valore: una tassa occulta pari a ben 5 volte il canone Rai. In pratica, gli italiani stanno pagando un balzello senza neanche accorgersene. Anzi, forse proprio la necessità di preservare il denaro da imposte e da altre “attenzioni” del fisco costituisce la prima causa di impoverimento delle famiglie.

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Se facciamo un calcolo dei soldi che ogni anno, un risparmiatore medio perde, il risultato è di 1 euro su ogni 100 euro, questo se, ad esempio, la banca garantisce interessi attivi pari a 0,2% e l’inflazione è pari a 1,2%. Se nel nostro Paese il 31,4% della ricchezza è liquida (secondo la Banca d’Italia, le famiglie hanno ben 1.329 miliardi di euro nei conti correnti), in Francia lo è il 28% mentre in Spagna e Germania addirittura il 40%.

Gli italiani non amano l’investimento in azioni. Peccato che nel 2017 sia stato il più redditizio: le azioni italiane hanno guadagnato il 19,14% e quelle mondiali (trasformando in euro la loro performance) l’8,1%. Gli italiani investono direttamente appena 55 miliardi in azioni quotate italiane e 69 miliardi in azioni estere: si tratta di appena il 3% della loro ricchezza totale. 

 

Bisogna considerare tuttavia che se l’inflazione tornerà a crescere di conseguenza aumenterà la tassa occulta sui risparmi e questo aumenterà anche il balzello sui conti corrente. Maggiore povertà per chi non ama spendere.

Se nel 2017 gli italiani hanno perso il treno delle Borse ma nel complesso hanno incrementato i risparmi grazie alle performance positive di tutti i mercati, il 2018 si presenta denso di incognite. Le Borse sono sui massimi, i bond sono sui massimi (i rendimenti sono bassi): i rischi di qualche storno non sono pochi. Sarà il 2018 a dare una risposta. 

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