Vai al contenuto

L’Italia tende la mano alla Francia: così può rinascere Notre Dame

L’Italia è pronta a dare una mano alla Francia per ricostruire Notre Dame, distrutta dall’incendio. Mettendo a disposizione uomini e conoscenze tecniche necessarie per far rinascere il cuore ferito della cultura europea.  A tendere la mano è stato Fabio Carapezza Guttuso, direttore generale dell’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del ministero dei Beni culturali: “Il Mibac è pronto a mettere a disposizione i suoi tecnici per collaborare con le autorità francesi alla messa in sicurezza e poi alla ricostruzione della cattedrale di Notre Dame, sulla base delle esperienze maturate in passato”.

Carapezza Guttuso ha sottolineato la “massima solidarietà agli amici francesi”, ma anche “l’impegno a intervenire, non appena sarà possibile, con le nostre risorse che sono già mobilitate. “Al momento – ha aggiunto, intervistato dall’Ansa – i danni non sono quantificabili, ma appaiono purtroppo enormi. In Italia abbiamo avuto due casi simili, entrambi molto gravi: l’incendio della Fenice, nel 1996, e un anno dopo quello della Cappella della Sindone, dove addirittura il marmo si calcificò per il calore”.In entrambi i casi, ricorda Carapezza Guttuso, “gli incendi si svilupparono per lavori in corso: negli edifici in pietra il rischio normalmente è basso, ma non dimentichiamo che le impalcature sono avvolte da grandi banchi di legno”. Le immagini di Notre Dame avvolta dalle fiamme e dal fumo “sono una ferita per tutta l’umanità: siamo vicini ai nostri colleghi, ai vigili del fuoco che stanno eroicamente lottando, con la nostra esperienza e la nostra tecnica: la Fenice, che risplende di nuovo bellissima, e la Cappella della Sindone, da poco restituita alla città di Torino e ai fedeli, dimostrano che il recupero è possibile”.“Certo – spiega ancora Carapezza Guttuso – la prima emergenza sarà, una volta spente le fiamme, la messa in sicurezza della cattedrale con presidi provvisori, con una prima fotografia dell’esistente, e quindi la stima dei danni, la verifica della stabilità delle strutture, anche quelle non interessate dall’incendio. L’intervento sarà sicuramente molto complesso, ma credo che sia necessario iniziare a pensare a come intervenire al più presto, per restituire questo gioiello della cristianità ai francesi e a tutti noi”.

Charlie Hebdo colpisce ancora: vignetta macabra su Notre Dame, è polemica