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Recovery, Cottarelli massacra Salvini: “Se facessimo come dice lui…”

Una lezione di economia, pure e semplice, in diretta. È quella che ha fatto Cottarelli per rispondere a Matteo Salvini che, durante la puntata di ieri sera, 26 gennaio, in diretta a DiMartedì su La7, ci ha ricordato per quale motivo è un bene che non ci sia lui al governo. Salvini ha detto, testuale: “Se fossi al governo rifiuterei due terzi dei soldi del Recovery Plan dall’Europa”. Poi ha spiegato: “Parliamo di 200 miliardi che per due terzi sono a prestito e il resto a fondo perduto, ma prima di darteli ti dicono di usarli per quello che l’Europa ti chiede di fare. I soldi a prestito non li userei, userei solo quelli a fondo perduto. Non li prenderei perché li posso chiedere al mercato a tassi migliori”, ha spiegato il leader della Lega.

Per fortuna, però, in studio c’era anche Cottarelli, il quale ha spiegato: “Salvini non vuole i prestiti del recovery? Se si facesse come ha detto lui in dieci anni perderemmo 25 miliardi di euro”. Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, è uno dei nomi più citati per sostituire Conte, ma lui, in una intervista a La Stampa, ha chiarito: “Chi spera in un governo guidato da me resterà deluso. Perché la soluzione è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l’ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni”.

Le priorità, dice Cottarelli, sono altre rispetto a un “tira e molla” che “sta rallentando” la missione chiave del Paese: approvare un Recovery Plan e mettere in campo “alcune delle riforme che necessarie al Paese per portare la crescita a quel 2% l’anno che ci consentirebbe di recuperare il tempo perduto”. Quanto alle previsioni del Fmi, i numeri, dice Cottarelli, “non mi sorprendono. Il 2020 si chiuderà con un calo del 9 per cento, più o meno quanto previsto dal governo. Forse Washington era stata troppo pessimista, perché le ultime stime erano uscite prima dei dati del terzo trimestre. Il 2021 è un caso po’ diverso. Il Tesoro aveva previsto una crescita del 6%, ma senza la seconda ondata. Ora la situazione è peggiorata”.

In Europa c’è forte preoccupazione sul Recovery Plan italiano. “Penso che i soldi ce li daranno comunque, l’Unione europea farà osservazioni ma il piano sarà approvato. Il problema riguarda il periodo successivo, è sull’esecuzione che vedo incertezze”, afferma infine.

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