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Covid, la nuova variante JN.1: quanto preoccupa e cosa dobbiamo aspettarci

Arriva dal Lussemburgo, ora sta emergendo in Gran Bretagna e promette di dar filo da torcere la nuova variante Covid JN.1. Secondo le prime osservazioni, sembra che quest’ultima variante sia maggiormente in grado di superare le barriere immunitarie che ci consentono di proteggerci da SARS.CoV.2. 
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Un recente studio realizzato da alcuni scienziati giapponesi e pubblicato su “BioRxiv” lo scorso 8 dicembre ha valutato le caratteristiche virologiche della nuova variante. I risultati mostrano che JN.1 possiede una forte capacità di evasione immunitaria rispetto ad altre varianti e ciò potrebbe essere dovuto, appunto, all’acquisizione della mutazione L455S nella proteina spike. Nello studio, i virologi giapponesi affermano che la nuova variante possiede potenzialmente la capacità per diventare una variante dominante in tutto il mondo in futuro.
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I dati sulla diffusione preoccupano

Nel Regno Unito, la variante JN.1 si sta diffondendo ad una velocità allarmante: il presidente del Dipartimento Cure primarie e Salute Pubblica presso l’Imperial College di Londra, il professor Azeem Majeed, ha affermato che JN.1 “sembra essere la variante in più rapida crescita nel Regno Unito al momento”. I dati mostrano che la nuova variante costituisce ormai un caso su 13 in Inghilterra, dove i contagi complessivi da Covid continuano a salire.

Negli Stati Uniti, alla fine di ottobre, JN.1 costituiva meno dello 0,1% dei virus SARS-CoV-2 in circolazione. All’8 dicembre 2023, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), il rapporto è salito al 15-29%. Il Centers for Disease Control and Prevention ha segnalato la variante come un fattore da attenzionare costantemente, affermando però che “finora, non ci sono prove che JN.1 presenti un rischio maggiore per la salute pubblica rispetto ad altre varianti”.
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Il picco tra influenza e Covid arriverà a Natale

In Italia non si hanno ancora dati precisi sulla circolazione della JN.1, ma sappiamo che nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre ci sono stati 59498 nuovi casi di Covid e ben 307 decessi causati dal virus. Secondo Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, stiamo assistendo ad una nuova ondata e “sotto Natale ne vedremo il picco”.

Attualmente, la variante del Sars-CoV-2 dominante in Italia è EG.5.1, anche nota come variante Eris che discende da Omicron e rappresenta quasi il 60% dei casi. A seguire altre sotto-varianti di Omicron, come JG.3 – che discende direttamente da Eris-, varie sottovarianti XBB. e BA.2.86, anche nota col nome di Pirola.

Si prevede invece che il picco dell’influenza stagionale sia spostato più avanti.

Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, saranno 800mila i casi di Covid e influenza a Natale. Ma la situazione è in rapida evoluzione: il professore aggiunge che “il cosiddetto indice Rt, funzionale a misurare la velocità del contagio, è in discesa e questo può indicare una tendenza ad una diminuzione dei casi di malattia nel giro di tre-quattro settimane”.

Vaccini e immunità post malattia sono le migliori armi a disposizione: “I richiami vaccinali, insieme all’immunità data dalle infezioni naturali, la cosiddetta immunità ibrida, sono il più potente scudo contro la malattia grave e contro il rischio di morte per Covid”, dice Vaia. Il vaccino per il Covid-19 e quello per la comune influenza possono essere somministrati in un’unica seduta.

Attenti al mal di gola!

I sintomi che si manifestano sono principalmente collegati alla gola.  Stando al monitoraggio condotto da Zoe Health Study (un progetto di ricerca sanitaria della società britannica Zoe Limited) il sintomo più comune di questa nuova variante sembra infatti essere il mal di gola. È bene quindi prestare attenzione a sintomi come dolore o bruciore alla gola, anche in assenza di febbre.

Bisogna quindi prestare quindi attenzione a questi segnali, oltre a tenere a mente i sintomi “tradizionali” del Covid: febbre e spossatezza, eventuale perdita di gusto e/o olfatto emancanza di respiro, anche se questi ultimi sembrano verificarsi in un numero limitato di casi. 
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