La teoria della fuga del coronavirus dal laboratorio di Wuhan viene sostenuta ormai da due anni dai gruppi dei cosiddetti complottisti no vax. A sposare la linea che il virus che ha messo in ginocchio il mondo possa essere stato il frutto di una manipolazione umana è stato anche il premio Nobel da poco scomparso Luc Montagnier. Idea bollata a livello ufficiale come teoria del complotto fino a qualche mese fa. Poi, anche negli Usa, le voci critiche hanno cominciato a moltiplicarsi. E ora anche il presidente dell’Aifa Giorgio Palù sposa questa tesi.

Il giornalista del Corriere della Sera gli domanda quali siano le nuove prove a supporto di questa teoria. “È suggestivo un dato, che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori. – spiega Palù – Il ceppo prototipo di Wuhan, quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravidi polmonite e tutte le varianti che sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare”.

“Nel gene che produce la proteina Spike appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente ad un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali, sinora sequenziati. – prosegue Giorgio Palù – La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia”.