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Crocifisso nelle aule, la Chiesa avverte Fioramonti: “Toglierlo sarebbe un favore a Salvini”

Torna la battaglia sul crocefisso. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, voce della Chiesa italiana, interviene sulle dichiarazioni del neotitolare dell’Istruzione, che parlando ieri a Un giorno da pecora, ha riacceso la polemica di lungo corso sui simboli religiosi nelle scuole. “Toglierlo dalle aule delle nostre scuole darebbe solo manforte a Salvini. L’ex ministro dell’Interno, partendo da qui, farebbe una battaglia contro il governo che, oltre ad aumentare le tasse, lede anche la sensibilità di buona parte degli italiani”. Una motivazione, quindi, anche politica.

“Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare”. Così Fioramonti, parlando alla radio, è tornato sullo scontro storico tra i favorevoli e contrari al crocifisso nelle aule delle scuole italiane.

Una controversia mai sopita tra cattolici e laici, che partì quasi un ventennio fa con una crociata da parte di Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia e del giudice Luigi Tosti, promotori di una battaglia anti-crocefisso. La Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza definitiva, nel 2011 sancì che il crocifisso poteva restare affisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane.

Dice Pennisi: “Quella di Fioramonti non mi sembra una proposta molto popolare. E non credo che l’istruzione possa migliorare togliendo il crocifisso. Per la gente è un simbolo importante”. L’arcivescovo ricorda la sentenza del 2006 del Consiglio di Stato per la quale il crocifisso deve restare in aula. E spiega che per il Consiglio di Stato, “il crocifisso non è soltanto un simbolo religioso ma anche un simbolo della cultura italiana, un valore di una sofferenza portata per amore e che non può creare fastidio a nessuno”.

Nessun provvedimento è stato comunque pensato dal governo, tanto che Fioramonti ha premesso: “Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere”. E ha chiarito: “Penso ovviamente ad una visione della scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare”. Meglio perciò, secondo il ministro, “appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”.

Fioramonti si è detto in generale contrario all’ipotesi di esporre nelle aule i vari simboli religiosi: “Eviterei l’accozzaglia, diventa altrimenti un mercato”; e alla domanda se cambierebbe il crocifisso con la foto di Mattarella risponde che “neanche il presidente lo vorrebbe”.

 

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