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“Da eroi a dimenticati”. Infermieri e medici morti durante il Covid, esplode la rabbia

Gli “eroi” della pandemia sono passati presto di moda. Medici, infermieri, personale sanitario. Non solo quelli che si sono infettati e che sono stati costretti in pieno contagio a esporsi senza mezzi di protezione. Ma anche coloro che sono morti per la catastrofe del 2020 sembrano caduti nell’oblio. Niente risarcimento, ancora, per quei sacrifici. Si tratta di quattrocento vittime per un totale di 15 milioni di euro, circa 37500 euro a testa, ma con parametri differenti.
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Da eroi a dimenticati

“Al momento i risarcimenti non si sono visti”. E quelli che “sono stati considerati eroi durante il periodo pandemico”, oggi sembrano “essere stati dimenticati”. Erano solo “pochi anni fa, ma sembrano distanti un’era geologica”. Il commento è di Gennaro Avano, presidente dell’associazione ‘Medici a mani nude’, che riunisce i familiari di medici e altre figure del mondo della medicina deceduti durante il loro servizio quando il Covid riempiva i cimiteri. Gennaro è figlio di Mario, medico di famiglia ed endocrinologo, ucciso dal coronavirus a Napoli nel dicembre del 2020, a 66 anni.

L’associazione che presiede, nata nel 2021, raccoglie soprattutto “familiari di circa 50 medici di famiglia e pediatri di libera scelta che sono stati contagiati e uccisi dal Covid in tutta Italia”. Alla vigilia della seconda giornata nazionale del personale sanitario, in calendario domani, 20 febbraio, “non ci sono molte novità per le famiglie. Lo stanziamento dei fondi è stato da tempo deliberato a livello parlamentare e governativo, designando l’Enpam, l’ente di previdenza dei medici, per la gestione in modo che le risorse possano essere distribuite una volta accertati i requisiti per accedervi”.

Tutto però è fermo, non c’è un provvedimento esecutivo. Sappiamo che le domande sono state analizzate e processate ma in pratica non è successo nulla. Siamo ancora in attesa. Le famiglie chiedono che si arrivi presto a una conclusione, rendendo accessibili i risarcimenti. Per molti nuclei familiari, infatti, oltre alla perdita affettiva incolmabile è venuta a mancare anche un’importante fonte di reddito”.

Gli aiuti privati

Qualche aiuto alle famiglie è arrivato “da iniziative private, come il fondo ‘Sempre con voi’ della famiglia Della Valle”, conclude Avano ricordando che anche “molti pazienti stanno ancora scontando la morte del medici di famiglia e dei pediatri, ci sono aree, e la Campania è tra queste, dove a causa della carenza dei camici bianchi del territorio, gli assistiti dei medici deceduti non hanno ancora un dottore di riferimento o sono stati assegnati a colleghi molto lontani dal loro domicilio e sovraccarichi di pazienti”.