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Da ministro in Afghanistan a fattorino in Germania: la storia di Sayed Saadat

Dal 2016 al 2018 Sayed Saadat è stato ministro delle Comunicazioni del governo afghano. Dopo due anni di incarico quarantanovenne con doppia cittadinanza anglo-afghana aveva deciso di lasciare l’incarico a causa di disaccordi con i membri della cerchia del presidente. Così con una valigia carica di sogni e speranze, a settembre 2020 Saadat ha lasciato la sua terra d’origine alla ricerca di un futuro migliore in Germania. “Avrei potuto diventare uno degli altri politici corrotti, ma ho preferito così, sono in pace e non ho sensi di colpa”, ha detto l’ex ministro afgano a Repubblica. Ora Saadat lavora come rider a Lipsia ed è orgoglioso del suo lavoro: “Ho servito le persone come ministro, ora porto servizi alle persone con le mie consegne. Siamo tutti uguali, quando un politico non è più in carica, non significa che non debba lavorare”.

Saadat, laureato in informatica e telecomunicazioni, aveva scelto la Germania convinto di trovare un lavoro in linea con la sua esperienza. Ma, come sottolinea la Reuters, senza sapere il tedesco le sue possibilità di scelta di sono ridotte drasticamente. Oggi vive a Lipsia, frequenta un corso di lingua tedesca per 4 ore al giorno. Poi attacca il turno di sei ore per consegnare cibo in bicicletta per l’azienda Lieferando, dove ha iniziato a lavorare quest’estate. “I primi giorni sono stati entusiasmanti ma difficili”, ha dichiarato alla Reuters descrivendo la nuova sfida di imparare a pedalare schivando le insidie del traffico cittadino. Una palestra anche per la lingua, come conferma Saadat: “Più esci e più vedi persone, più impari”, ha detto ancora l’ex afghano.

A suo tempo la sua scelta fu aspramente criticata, ma oggi con la difficile situazione in Afghanistan forse qualcuno si starà chiedendo se Saadat non abbia fatto poi così male a seguire il suo istinto. Attualmente infatti sono a migliaia le persone che stanno cercando di lasciare il paese in cerca di nuove prospettive e per evitare ritorsioni, come le cicliste della nazionale afghana simbolo di emancipazione femminile e indipendenza. Sono proprio le donne le più colpite dalla situazione politica del paese. Se negli ultimi vent’anni, nonostante tutte le difficoltà, le donne afghane hanno fatto notevoli progressi sociali e sono state attive in tutti gli ambiti della vita sociale, adesso per loro sembra calare il sipario sull’epoca delle opportunità per lasciare il posto a quella della desolazione.

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