Vai al contenuto

D’Alema rivela: “Quei 3 contavano più del Parlamento”. Ecco a chi si riferisce: il clamoroso retroscena

D'Alema quei 3 contavano

C’è un retroscena molto succulento che, se non leggessimo il nome di chi lo ha rivelato, penseremmo a qualche euroscettico in prima linea. E invece no, si tratta di Massimo D’Alema. E questo rende il tutto ancora più interessante. Il primo salto temporale all’indietro è al 10 Aprile 2014, quando in occasione del Convegno dell’Accademia Pareto, l’ex premier parla del rapporto tra Italia e Unione Europea. 10 anni fa, quindi, parlava di una nazione dominata “dai governi più forti”.

E diceva: “Siamo rappresentati in un Parlamento europeo, ma che non esercita il suo potere sulla Commissione. Questo perché c’è una complicata architettura per cui la Commissione è un’emanazione dei governi europei. Quindi è dominata dai governi più forti. Già non è simpatico dover accettare dei sacrifici, ma dei sacrifici che appaiono imposti dal governo di un altro paese, sinceramente non sono accettabili”. D’Alema si riferiva a una “tecnocrazia non trasparente” che esercita i propri poteri surclassando i Paesi meno forti. “La sovranità noi in molti campi l’abbiamo già perduta e il problema è riconquistarla”. Poi viene la parte di ragionamento ancora più interessante. 
Leggi anche: Indagini sulla vendita di navi e aerei militari alla Colombia: D’Alema e Profumo sotto accusa

D’Alema denunciava il peso di Bruxelles sempre più forte nella vita degli italiani e poi raccontò di quando, nel 1996, da Segretario del Governo Prodi, fu invitato negli Stati Uniti a visitare la sala operativa di Mary Lynch. “Quando arrivai nella sala Desk Italia, incontrai tre ragazzi giovani, tra cui due di colore, che stavano comprando e vendendo bot. Decidevano come avremmo avuto i soldi per fare le scuole, gli ospedali. Avevano la Reuter e se usciva una dichiarazione storta di qualche uomo politico vendevano, sennò compravano. Avevano anche una grande libertà di decisione. Ho avuto come l’impressione che quei tre contassero più del Parlamento”.

All’epoca del governo Prodi, l’Italia era la quarta potenza economica del mondo. Poi l’entrata nell’Unione Europea fece perdere al nostro Paese la propria indipendenza, tanto che ormai è vittima di un sistema che è difficile da scardinare. Come ha detto Fabio Duranti ricordando le dichiarazione di D’Alema su RadioRadio, “se dalla Commissione europea, arriva l’obbligo di passare a un mercato privato per l’energia, lo Stato invece di incrementare le maggiori tutele per i cittadini, le fa finire perché prende ordini da lei”.