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Data scadenza alimenti, la proposta Ue anti-spreco: nuova scritta “Spesso buono oltre” sulle etichette

Combattere gli sprechi alimentari non solo in tavola ma già a monte prima di aprire il barattolo di un prodotto. In molti infatti non sanno che la data di scadenza degli alimenti avvolte può essere solo indicativa. Proprio a tal proposito in aiuto alla lotta allo spreco, l’Unione Europea ha pensato ad una nuova dicitura da applicare alle date di scadenza degli alimenti. Bruxelles è al lavoro sulla bozza dell’atto delegato in cui la modifica, con la nuova dicitura, è contenuta. Secondo l’Esecutivo Ue, infatti, l’aggiunta è un aiuto alla lotta allo spreco alimentare perché consente “una migliore comprensione della data di scadenza, influenzando il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento”. Infatti secondo la bozza del provvedimento, la maggior parte dei consumatori non comprende appieno la distinzione tra le etichette con la scritta “da consumare entro”, che sarebbe utilizzato come indicatore di sicurezza, e quelle con su scritto “da consumarsi preferibilmente entro”, utilizzate solo come indicatore di qualità del prodotto.

Quali sono i cibi che si possono consumare dopo la scadenza?
La prima cosa da sapere è che non tutte le tipologie di cibo si possono mangiare indistintamente dopo la data di scadenza. Bisogna infatti fare una distinzione netta tra gli alimenti che appunto si possono mangiare superata la scadenza e quelli che, invece, devono essere buttati irrimediabilmente perché palpabilmente pericolosi per la nostra salute. Inoltre c’è da tenere presente che anche la modalità di conservazione può influire sulla commestibilità o meno di un alimento dopo la sua scadenza. In linea di principio, i cibi a lunga conservazione e quelli secchi e senza acqua si conservano meglio, pertanto possono essere consumati tranquillamente anche dopo la data di scadenza (come il riso e la pasta). Le uova, invece, possono essere consumate anche entro 3 giorni dalla data di scadenza e gli yogurt fino a due settimane (l’unico problema è dal punto di vista nutritivo: dopo la scadenza aumenta l’acidità e diminuisce il numero di fermenti vivi). Per i legumi secchi e quelli in scatola i tempi si allungano, previa sempre una verifica visiva e olfattiva. Stessa cosa vale per la farina bianca, al contrario di quella integrale che può irrancidire a causa dell’elevato contenuto di fibre. Perderanno un po’ di croccantezza, ma i biscotti e i crackers possono essere mangiati molto tempo dopo la scadenza.
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Attenzione alla scadenza di insaccati e latticini
Ci sono però cibi che se superano anche di poco la loro data di scadenza possono diventare dannosi, se non addirittura tossici, per la nostra salute. Ad esempio, salumi e insaccati scaduti possono essere nocivi se mangiati dopo la scadenza, soprattutto se hanno un cattivo odore, poiché possono esporre al rischio di farci contrarre la listeria; in genere, però, il prosciutto conservato nelle buste in atmosfera protetta è commestibile anche oltre la data di scadenza. Anche la carne fresca merita la giusta attenzione e, se consumata oltre la data di scadenza, rischia di causare effetti spiacevoli come la salmonella o l’escherichia coli. I latticini freschi si comportano diversamente dal yogurt: dopo la scadenza possono causare intossicazione alimentare, mentre i succhi di frutta scaduti possono contenere batteri e causare disturbi intestinali. Infine, i frutti di bosco, come fragole, lamponi e mirtilli, se consumati oltre la data di scadenza potrebbero sviluppare un parassita chiamato cyclospora e le verdure a foglia verde possono essere vettori di batteri come l’escherichia coli.





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