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De Gregori contro Salvini: “La proposta della Lega per la radio? Una stronz***”

Destinare un terzo della programmazione radiofonica alla musica italiana? “Mi sembra una stronzata…” risponde Francesco De Gregori, che ieri ha incontrato la stampa al termine della prova generale dello spettacolo ‘Off the record’, che lo vedrà in scena da oggi per un mese al Teatro Garbatella di Roma, per 20 spettacoli in una dimensione più intima (230 spettatori a sera) rispetto agli ultimi tour e con una scaletta variabile che includerà alcuni dei suoi brani più noti ma soprattutto la riproposizione di canzoni che invece raramente il cantautore romano ha suonato nei suoi live.

“Cosa sarebbe stata la mia vita – sottolinea De Gregori – se non avessi potuto ascoltare la musica che arrivava da altri Paesi? Sarei favorevole solo al 33,3% di mie canzoni…” ride. Eppure De Gregori avrebbe motivo per avercela con le radio: “Le mie canzoni le radio non le passano. E i dischi non hanno più molto senso. Oggi se avessi dieci brani nuovi probabilmente non farei un disco ma li presenterei direttamente live, magari qui alla Garbatella” aggiunge.“Oggi gli unici dischi che si chiedono agli artisti già affermati sono le raccolte natalizie, i Greatest Hits, perché quelli vendono” spiega De Gregori, che dopo le date romane sarà in tour questa estate in location più grandi e all’aperto con uno spettacolo che si intitola proprio ‘Greatest Hits’ e che avrà una scaletta fatta appunto tutta di grandi successi, eseguiti con una grande orchestra di 40 elementi. “Con la stessa orchestra forse poi andrò in studio a registrare un Greatest Hits” anticipa.Quella di De Gregori “spero non sia una posizione più politica che sul merito, ma se crede gli girerò il testo della legge, che apostrofa ma evidentemente non ha neppure letto, perché promuove proprio artisti emergenti e piccole etichette, rispondendo appieno all’interrogativo che si pone lui stesso”, replica all’AdnKronos il capogruppo della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, Alessandro Morelli, primo firmatario della proposta di legge per una quota garantita di musica italiana sulle radio nazionali.“Sono pronto – dice ancora l’ex direttore di Radio Padania – ad incontrare chiunque sia disponibile a ragionare senza preconcetti ideologici per spiegare e raccogliere proposte che abbiano come unico obiettivo la promozione della cultura italiana, di cui la musica è un pilastro e che, rispetto all’esperienza di De Gregori, è gestita in modi molto differenti”.

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