E alla fine arrivò il grande rifiuto, da parte di un Di Battista finito ai margini del Movimento Cinque Stelle e lontano ormai da settimane dalla scene, alla ricerca di un nuovo ruolo dopo che le sue ultime uscite pubbliche avevano finito per attirargli contro più critiche che complimenti. Nonostante tutto, Luigi Di Maio aveva pensato a lui come volto del partito per la battaglia più imminente, quelle elezioni europee che potrebbero far segnare l’ennesimo risultato negativo.
Di Battista è ancora scottato dalla sconfitta delle Regionali in Abruzzo, dal mancato accordo con i gilet gialli francesi ma soprattutto dal dietrofront che il governo ha fatto sulla Tap e dai suoi flop televisivi. Per alcune settimane l’ex deputato M5S è sparito dal circuito mediatico dopo che l’ultima comparsata a DiMartedì si è rivelata un fiasco di cui si ricorda solo la patetica richiesta di applausi al pubblico in sala.
Ora, stando al cerchio magico di Luigi Di Maio, sarebbe difficile conciliare la “linea governista” con quella ‘barricadera” di Di Battista a cui si contesta anche l’idea di ripartire all’estero. Andare in India, dopo il flop negli Usa, è visto come una sorta di fuga dai problemi reali degli italiani.