Vai al contenuto

C’eravamo tanto odiati: prove di pace tra Di Maio e Di Battista, tra mille dubbi

Prima era un avvoltoio che volteggiava pericolosamente sopra la sua testa, pronto a scendere in picchiata alla prima occasione utile. Ora, un prezioso alleato insieme al quale ripartire per definire il futuro di un Movimento alle prese con sfide importanti, a partire dalle imminenti europee fino ad arrivare, eventuali crisi permettendo, alla sbandierata riforma della Costituzione. Il rapporto tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista è cambiato a sorpresa e ora pare più amichevole che mai.

Il leader grillino attende infatti con ansia il ritorno del compagno di partito, per preparare quella che dovrebbe rivelarsi una vera e propri rivoluzione sul fronte Cinque Stelle: un messaggio di Capodanno agli italiani. Un’idea ancora non definitiva ma che, anticipa il Corriere della Sera, è effettivamente al vaglio. Il tutto in coincidenza del ritorno a sorpresa di Di Battista in Italia: “Quando tornerò mi vedrò con Luigi che è come un fratello per me, parleremo, e vedremo il da farsi”.Di Maio, poi, cercherà di imprimere una accelerazione in vista delle Europee: subito dopo la Befana sono previsti incontri a Bruxelles per creare il futuro eurogruppo del Movimento. Ma non solo. Di fatto a gennaio inizierà una campagna elettorale permanente, con i parlamentari impegnati per buona parte della settimana sui territori per spiegare la manovra, tessere i rapporti con la base e lanciare gli argomenti dei Cinque Stelle in vista del voto di maggio. Un vero e proprio ritorno alla piazza.Le tensioni con i dissidenti, apparentemente, non preoccupano. La convinzione di fondo è che alla fine tutto tornerà al proprio posto. Anche con la Lega il rapporto sembra essere tornato sereno, almeno per ora, con l’eccezione del sottosegretario Giorgetti. Prossimo appuntamento il 15 gennaio, quando il Movimento punta a far partire l’ iter della riforma costituzionale: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione dei referendum propositivi senza quorum e, soprattutto, del vincolo di mandato.

Cinque Stelle in retromarcia: il Movimento ora vuole gli F-35, caccia un tempo “simbolo degli sprechi”