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Di Battista affossa il M5S: “Irrilevante, sudditi del Draghistan”

Alessandro Di Battista torna ad essere protagonista della politica italiana. L’ex esponente di punta del M5S, poi uscito perché in polemica con le scelte compiute dal Movimento di Beppe Grillo, è tornato infatti a frequentare le piazze e a fare comizi. Intervistato dal Corriere della Sera, Dibba attacca a testa bassa su tutti i fronti. Dalla gestione della pandemia da parte del governo Draghi, all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Occhio di riguardo naturalmente alla situazione interna del M5S a cui Di Battista non fa sconti.

Di Battista contro il M5S

“Faccio battaglie politiche insieme a migliaia di cittadini ed è il miglior modo per costruire. Poi si vedrà”. Replica così Di Battista ad una domanda del cronista sul fatto se si senta pronto a tornare a correre per entrare in Parlamento. “Mesi fa dissi a Bersani che l’urgenza sono i diritti economici e sociali. Lui era d’accordo. Si parte da qui”, aggiunge immaginando come potrebbe essere il nuovo movimento politico da lui guidato.

Il giornalista gli ricorda che un anno fa aveva paragonato il M5S all’Udeur di Clemente Mastella. “L’Udeur toccava più palla. Il M5S oggi è drammaticamente irrilevante”, ribatte secco Di Battista secondo il quale i suoi ex compagni del Movimento, più che essere schiacciati sulle posizioni del Pd, “sono sudditi più o meno inconsapevoli del Draghistan”. Ma cosa dovrebbero fare Giuseppe Conte e gli altri per convincerlo a rientrare nel M5S? “Dovrebbero disconoscere il 90% di quello che hanno fatto in questi ultimi 9 mesi. Non credo che abbiano il coraggio di farlo”, risponde.

Per quanto riguarda la recente uscita di Silvio Berlusconi sul reddito di cittadinanza, Alessandro Di Battista ha le idee chiare. Si tratta solo di “captatio benevolentiae. Vuole il Quirinale. Tra un po’ dirà che ho fatto bene a leggergli la sentenza Dell’Utri sotto casa”, ironizza. Al Quirinale poi, lui vorrebbe uno come il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e pensa che la rielezione di Giorgio Napolitano nel 2013 sia stata “indecente”. “Fatico a salvare qualcosa di un governo composto da Salvini, Berlusconi, Renzi e presieduto da Draghi”, conclude.

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