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Di Battista agli attivisti: “Rispettate il mio silenzio. Del Movimento non parlo”

Riecco Di Battista. Raggiunto dalle telecamere di “Agorà”, alla domanda sul perché sia in silenzio, l’esponente pentastellato ha risposto: “Ora non parlo. Quando ero parlamentare ho sempre risposto a tutti, ora sono un privato cittadino. Rispettatemi”. Non parla da circa un mese. Né sui social network, né in apparizione pubbliche. Ieri, intercettato da Max Brod per la trasmissione in onda tutte le mattine su Raitre, Alessandro Di Battista ha chiesto ai giornalisti di rispettare il suo silenzio e di non insistere con le domande.

Cammina veloce e quando il giornalista chiede “Ma non parla lei o l’hanno messa in silenzio?”, l’esponente del Movimento 5 Stelle replica: “Ti ho detto che non parlo. Sono questioni mie, quindi non parlo”. Ai microfoni del giornalista, che lo insegue e che prova a chiedere quali siano gli umori anche all’interno del gruppo pentastellato, risponde…

“Quando ero parlamentare della Repubblica ho sempre risposto a tutti. Oggi sono un privato cittadino e decidere se rispondere o meno è un mio diritto”. L’ultimo messaggio, comunque, va ai militanti: “Ragazzi, vi chiedo di rispettare il mio silenzio. Ho delle questioni mie”. Non scrive più un post sui social da un mese esatto. Non è più in Guatemala, non è partito per l’India, ancora non l’hanno visto in Congo.

La sua ultima apparizione in tv è stata a Di Martedì, il 13 febbraio (e in polemica con il pubblico). Da quel momento Alessandro Di Battista è sparito dalla scena mediatica dopo aver promesso di fare la campagna elettorale per le elezioni europee da protagonista. Solo il 3 marzo qualcuno l’ha visto in una moschea di Istanbul, da solo. Nessuno, da Luigi Di Maio all’ultimo attivista, sembra sentire la sua mancanza.

Quello che doveva essere il ritorno trionfale della “risorsa” del Movimento, si è rivelato il peggiore dei boomerang. Terzi in Abruzzo, terzi in Sardegna e in calo nei sondaggi. Il Movimento Cinque Stelle ha perso un voto su 3 (ora è al 22,7%) e la colpa sembra del suo giocatore migliore: un talento politico incontrollabile e divisivo. In una situazione normale Di Battista avrebbe la libertà di fare ciò che vuole. Potrebbe infischiarsene dei social o ignorare i giornalisti che si chiedono dov’è e cosa fa.

Ma nei primi due mesi dell’anno lui e Luigi Di Maio hanno martellato i salotti televisivi per raccontare il ritorno dell’asso nella manica dei 5 stelle che avrebbe dovuto rianimare il Movimento in crisi di identità e consensi dopo l’alleanza con la Lega. Da quando è tornato verso fine dicembre è apparso dappertutto, ma il suo ritorno è stato un flop. Ma la politica è fatta di cicli e magari Di Battista tornerà…

 

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