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Di Maio avverte gli italiani dopo lo strappo di Conte: “Ecco quanto vi costa”

La decisione del M5S di non votare la fiducia al governo Draghi sul decreto Aiuti ha provocato, come prima conseguenza, le dimissioni del premier, poi respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma la crisi di governo è sempre alle porte, con il conseguente rischio di un ritorno anticipato alle urne. Ed è proprio il pensiero delle elezioni a spingere l’ex pentastellato Luigi Di Maio ad un duro sfogo contro il suo ex leader Giuseppe Conte, accusato di far pagare un conto salatissimo agli italiani con la sua scelta ritenuta scellerata.

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

“Se salta Draghi è logico che si va a votare. A me piange il cuore vedere che a Mosca ieri sera stavano brindando. – si lamenta Di Maio intervistato da Rtl 102.5 – Medvedev brindava ed era contento, perché era stata servita la testa di Draghi su un piatto d’argento a Putin. Tutti pensavano che Draghi rimanesse lì in ogni caso, ma lui è uno che mantiene la parola. Draghi ha sempre detto che senza la maggioranza di unità nazionale non si poteva andare avanti. E ieri si è dimesso. Ha mantenuto la parola”, ribadisce.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante una conferenza stampa in occasione della Ministeriale OCSE a Parigi, 9 giugno 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

“Il partito di Conte pianificava la rottura con il governo da mesi. – attacca ancora Di Maio – Ci sono molti (parlamentari del M5S) che non sono d’accordo, lo dimostrino. Quello non è più il Movimento 5 Stelle che negli anni ho contribuito anche io a creare. Mattarella ha chiesto di parlamentarizzare la crisi, ma vedo molto complicata la giornata di mercoledì”, questa la previsione del ministro degli Esteri.

“Non è un passaggio formale. – spiega infatti Di Maio – L’Italia rischia di non avere più il governo. E forse ci sarà un voto anticipato. Che non è un problema per i partiti, ma è un problema per il Paese perché non possiamo completare il Pnrr, salta la riforma del cuneo fiscale e del salario minimo, non possiamo fare il secondo decreto da 15 miliardi per fermare caro benzina e caro bollette e andiamo in esercizio provvisorio, che vuol dire che i Comuni non avranno i fondi per i servizi”, conclude.